Italia, l’indice di fiducia dei consumatori è tra i più bassi al mondo

Dai 59 punti del primo trimestre 2016, si è passati ai 55 del periodo aprile – giugno: quella italiana è tra le medie più bassa del mondo

Per il secondo trimestre consecutivo, cala l’indice di fiducia dei consumatori: stando ai dati diffusi da Nielsen, si è passati da un indice pari a 59 di gennaio–marzo 2016, a un punteggio di 55 ad aprile–giugno 2016. Tra l’altro si tratta di uno degli indici dei più bassi al mondo: la media mondiale è di 98, quella europea di 79. In particolare, spicca la differenza con Germania, Gran Bretagna e Spagna dove gli indici di fiducia sono, rispettivamente, pari a 96, 98 e 80. La nota positiva è che il punteggio italiano resta comunque ancora al di sopra della soglia della crisi e, rispetto allo stesso periodo 2015, registra un aumento di due punti. «Il quadro che emerge dalla Consumer Confidence Survey relativa al secondo trimestre dell’anno risulta non omogeneo, presentando aspetti se non contrastanti almeno indicativi di un trend di sviluppo a diverse velocità», spiega Giovanni Fantasia, a.d. di Nielsen Italia. «Sintetizzando possiamo dire che il profilo emergente è quello di un Paese che ancora attraversa una fase complessa. In questo senso, nell’ambito di una società che cambia e diventa sempre più aperta e flessibile, servono politiche differenziate di promozione sociale accompagnate da una rimodulazione del carico fiscale per agevolare il lavoro, gli investimenti e i consumi». La Global Survey Consumer Confidence di Nielsen è stata condotta su un campione di oltre 30 mila persone in 63 Paesi, tra i quali l’Italia.

LA PROPENSIONE AL RISPARMIO. Rispetto allo stesso periodo 2015, gli italiani manifestano una inferiore propensione al risparmio: il 36% degli intervistati dichiara di “destinare al risparmio i soldi disponibili dopo aver soddisfatto i bisogni essenziali”, contro i 38% del 2015. Tuttavia, la propensione al risparmio risulta in aumento di un punto percentuale se confrontata con il trimestre 2016 gennaio – marzo (35%). Tra l’altro un quarto della popolazione dichiara di rimanere senza soldi alla fine del mese. In Spagna la percentuale è invece del 15%, contro il 20% di Germania e Inghilterra. Restano comunque diffuse le abitudini di spending review domestica: tra le voci su cui si risparmia maggiormente, spiccano i pasti fuori casa (56%), gli acquisti di vestiti (55%) e i divertimenti fuori casa (50%). Si tende anche a comprare marchi alimentari più economici (50%) e a rinunciare alla vacanze o ai soggiorni brevi (40%).

GLI ACQUISTI. Chi invece decide di investire i soldi risparmiati si orienta nel seguente modo: il 29% vuole acquistare capi di abbigliamento, il 28% un pacchetto vacanze, il 21% spende per l’intrattenimento fuori casa, il 13% intende pagare eventuali debiti, il 12% compra prodotti di elettronica, il 9% li investe nella manutenzione della casa, il 9% in fondi pensionistici, l’8% acquista azioni e il 5% è ancora indeciso.

PREOCCUPA IL TERRORISMO. Per quanto riguarda le preoccupazioni che affliggono gli italiani, la principale resta il lavoro: il 19%. «Anche in questo caso occorre notare che il valore è segnale di una positività, poiché in flessione di 5 punti rispetto a quello rilevato un anno fa», si legge nella nota diffusa da Nielsen. Dopo il lavoro, l’altro grande timore è il terrorismo la cui percentuale, pari al 10%, è pari a quella legata ai problemi di salute. La paura di attacchi terroristici è però comune a tutta Europa: sono preoccupati il 22% dei tedeschi, il 23% dei francesi e l’11% degli inglesi.

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