Identità digitale, dal 2020 si cambia: sarà lo Stato a gestire Spid

Oggi, per ottenerla, bisogna rivolgersi ad aziende private, Poste in primis. Ma il modello non funziona

Dal 2020 non dovremo più rivolgerci ad aziende private per ottenere l’identità digitale. Infatti, pare che dal prossimo anno sarà direttamente lo Stato a gestire Spid, il Sistema pubblico per l’identità digitale. Gli emendamenti bipartisan della maggioranza alla Legge di Bilancio vanno in questa direzione e anche il governo dovrebbe emettere un emendamento simile a breve. Del resto, il modello attualmente in vigore non è particolarmente efficace: le identità Spid fornite ai cittadini sono insufficienti e l’esperienza d’uso non è ottimale. La ragione? Le aziende coinvolte, Poste in primis, ma anche Aruba, Infocert e altre, non hanno particolare interesse a migliorare le cose. Non solo: le identità disponibili non sono tutte uguali, se alcune sono pubbliche altre sono ibride.

“Le aziende private potrebbero conservare il ruolo della consegna dello Spid, che però sarebbe gestito in toto dal pubblico. Da definire quanti fondi pubblici serviranno: la ministra aveva identificato 20 milioni di euro nel 2020, altrettanti nel 2022 e 30 nel 2023 per far funzionare il tutto” ha spiegato a Repubblica Nello Iacono, consulente di diverse istituzioni su questi temi. Quel che è certo è che Spid rimarrà gratuito per sempre.

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