I medici a scuola di umanità

L’università Statale di Milano introduce il nuovo corso di Medicina della persona: al centro il paziente, la sua sofferenza e il bisogno di ascolto

Nei congressi di medicina non si fa che ripetere quanto sia importante mettere al centro il paziente, anziché la malattia. Ma finora nessuno aveva portato i temi della sofferenza e dell’ascolto nei luoghi di formazione. A colmare questa lacuna, facendo da apripista, è l’università Statale di Milano che, dopo aver inaugurato il dipartimento di Oncologia, introduce una nuova materia di insegnamento: l’umanità.

CAPIRE IL MALATO. La medicina delle persone, con le sue implicazioni psicologiche, etiche, filosofiche, morali e sociologiche, diventa così oggetto di studio: si formeranno i futuri medici a capire il malato, a guardare la malattia anche dal punto di vista del paziente, a imparare il valore dell’ascolto. L’idea è del docente di psicologia Gabriella Pravettoni che raccoglie quanto già detto da due luminari, ossia Gianni Bonadonna e Umberto Veronesi. Il primo ha sempre ripetuto che un bravo medico “deve capire la sofferenza”, e Veronesi ha più volte puntualizzato l’urgenza di “sostituire la parola pazienza con la parola persona”.

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