Giustizia, le bastonate della Cassazione: «Troppi pm protagonisti»

All'apertura dell'anno giudiziario il richiamo dei magistrati supremi contro i personalismi e il secco no «a riforme a costo zero»

La Cassazione prende a martellate il resto della magistratura. All’apertura dell’anno giudiziario sia il procuratore generale, Gianfranco Ciani, sia il primo presidente, Giorgio Santacroce, nelle loro relazioninon hanno lesinato critiche ai colleghi.

L’attacco più forte è quello ai pm che «hanno dimostrato un eccesso di debolezza nei confronti delle lusinghe dell’immagine, della popolarità e soprattutto della politica», l’affondo di Ciani.

DOPO MANI PULITE. Santacroce ha invece evidenziato «una parabola discendente» dell’immagine della magistratura dopo Mani Pulite con la «disaffezione» dei cittadini tra processi lenti, carceri affollate e le polemiche interne alla categoria come quella ormai celebre tra Bruti e Robledo a Milano.

«Il pericolo più grave è rappresentato, nell’attuale società globalizzata, dalla possibilità che la politica sia “asservita” alle scelte economiche e che l’economia assurga al ruolo di guida delle decisioni politiche, innalzandosi a unico parametro dell’agire dell’uomo», le parole di Santacroce, «il rischio è che nell’intraprendere l’opera di riforma anche l’esercizio della giurisdizione venga valutato non per l’efficacia con la quale risponde all’effettiva tutela dei diritti, nella costante tensione tra valori non negoziabili e promozione della persona, ma per il suo conformarsi alle indicazioni emergenti dalle esigenze dell’economia.

URGONO RIFORME. Servono dunque riforme, ma non a «costo zero». Saranno necessari investimenti perché i giudici lavorano «sotto organico» e nonostante ciò la produttività delle toghe «è tra le più alte d’Europa».

Un aiuto intanto può arrivare dal Parlamento con un inasprimento dei filtri contro i ricordi e la riforma del giudizio d’appello.

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