Forza Italia, in crisi il partito di Silvio Berlusconi: licenziamenti per il 94% dei dipendenti

Con una lettera il tesoriere Mariarosaria Rossi annuncia il provvedimento: un licenziamento collettivo, “diretta conseguenza” dell’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti

Un licenziamento collettivo del 94% dei dipendenti di Forza Italia (81 su un totale di 86) che archivia un capitolo della difficile storia recente del partito di Silvio Berlusconi, “rinato” dopo lo scioglimento del Popolo della Libertà. Il provvedimento è stato reso noto dal tesoriere del partito Mariarosaria Rossi con una lettera inviata ai dipendenti e pubblicata sul sito di Forza Italia. «Cari amici», si scrive nella lettera firmata da Rossi, «con profondo rammarico vi comunico di essere stata costretta a dare avvio alla procedura di licenziamento collettivo dei nostri dipendenti, notificandola al ministero del Lavoro e alle Rappresentanze sindacali». Il personale, in base al bilancio chiuso al 31 dicembre 2014, peserebbe per circa 6 milioni di euro. Già un anno fa, ricorda il quotidiano La Stampa, 43 dipendenti dell’allora Pdl erano stati messi in cassa integrazione e non avevano nemmeno ricevuto gli ammortizzatori sociali.

FORZA ITALIA CONTINUA. «Questa decisione – si scrive nella lettera – è diretta conseguenza del D. legge 149/2013 convertito in legge del 21 febbraio 2014 n. 13, che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti ed ha, (art. 10), posto un tetto di 100.000 euro per persona al finanziamento da parte dei privati. Tutti sanno che Forza Italia, nata nel 1994, è diventata il primo Partito italiano grazie al suo fondatore e presidente Silvio Berlusconi che, oltre a esserne la guida, si è fatto carico personalmente della sua sostenibilità economica e finanziaria. La vita politica di Forza Italia naturalmente continua, perché faremo di necessità virtù. Rilanceremo il nostro movimento che deve diventare flessibile, modulabile e quindi sostenibile. Daremo vita a un utilizzo innovativo ed efficace di tutti i mezzi di comunicazione e per le funzioni organizzative ci avvarremo dell’aiuto volontario di tutti voi, dell’impegno generoso di tanti militanti e dei gruppi parlamentari. Coinvolgeremo anche quei milioni di cittadini che continuano e continueranno a credere nei nostri programmi e nei nostri valori di democrazia e di libertà. È grande, naturalmente, l’afflizione di dover licenziare i nostri leali e qualificati collaboratori. Abbiamo provato di tutto in questi ultimi dodici mesi per evitarlo. Inutilmente, parchè l’apertura della procedura di licenziamento si è posta come atto dovuto. Potrà essere modificata in futuro soltanto e se, con la collaborazione delle organizzazioni sindacali, si dovessero trovare soluzioni alternative oggi non ipotizzabili».

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