Fiducia, il governo vince per tre voti. E alla Camera scoppia la rissa

La conta dei voti si è conclusa. Dopo la votazione al Senatoa Palazzo Madama il governo aveva ottenuto la fiducia con 162 voti a favore e 135 contrari – chiusa anche la seduta alla Camera. Il risultato dello scrutinio recita: 314 voti a favore, 311 voti e due astenuti. Undici gli assenti. Quindi il governo non crolla, la mozione di sfiducia non è passata.Tra gli indecisi hanno votato a favore del governo Polidori, Siliquini e Razzi. Contro solo Guzzanti.«Sono sereno ora come lo sono sempre stato». Così Silvio Berlusconi commenta l’esito del voto che, se non può essere considerato una vittoria vera e propria per il governo, sicuramente rappresenta una sconfitta per Gianfranco Fini. Il leader della Camera, ha abbandonato l’aula tra cori che lo esortavano a dimettersi, e ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione: «Non c’è fretta, commento più tardi». Per l’opposizione il commento di D’Alema: «Un episodio abbastanza vergognoso nella storia parlamentare. In sostanza il Governo vince per 3-4 voti comprati, alcuni in modo palese altri meno. 314 voti raccattati in questo modo non sono la base per governare il paese. Temo che il voto sia più vicino». Naturalmente di segno opposto Cicchitto: «È fallito il disegno del ribaltone nei confronti di Berlusconi. Il presidente Fini deve riflettere su quello che gli abbiamo detto in aula».

Rissa in aula

Non manca nulla, i deputati ci offrono anche lo spettacolo, abbastanza pietoso, della rissa. A scatenarla in piena votazione – Fini è costretto anche a sospendere la seduta – il voto di Catia Polidori. La “colomba” finiana vota no alla mozione di sfiducia e si scatena una rissa degna delle peggiori tribune da stadio. Chissà se adesso qualcuno penserà alla tessera del parlamentare…

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