Festa sì, festa no, Bossi: “Il 17 marzo si lavora”

Il ministro, leader della Lega, spinge sull’apertura di uffici e scuole per i 150 anni dell’Unità d’Italia e ammette che le celebrazioni non saranno sentite con la stessa intensità da tutti. Il ministro Sacconi: “Stiamo cercando una soluzione”

Alla fine ha ragione Italia Futura: la polemica per abolire la festa per l’Unità d’Italia sta diventando una “cagnara”. Dopo la proposta del movimento vicino a Luca Cordero di Montezemolo (abolire l’Epifania in favore del 17 marzo), anche il leader della Lega Nord, Umberto Bossi, prende posizione: il 17 marzo “si deve lavorare”. Il ministro per le riforme per il Federalismo sottolinea che “la festa sarà percepita in modo diverso e con diversa intensità a seconda dei luoghi”. Quindi si va verso uno stop alla festa annunciata lo scorso 20 gennaio dal governo, ma il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, è un po’ più ottimista: “Stiamo cercando una soluzione che non pesi sulla crescita economica e allo stesso tempo consenta un’adeguata celebrazione di un evento cui diamo significato ogni 50 anni”. Oggi in Consiglio dei ministri la decisione è stata rinviata. “Certo, come direbbe Catalano, è meglio lavorare e festeggiare insieme”, scherza Sacconi. Intanto il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, esprime un parere opposto a quello di Umberto Bossi: “Siccome questo è un Paese che si divide su tutto, non credo che sia sprecata una festa per tenerlo unito”. Intanto, sulla decisione definitiva, si resta divisi.

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