Curiosity su Marte, scoperti composti a basi di acqua, cloro e zolfo

La Nasa fa luce sui materiali analizzati dal rover inviato sul Pianeta Rosso e che analizzerà la superficie per i prossimi due anni. Ancora dubbi sulle molecole a base di carbonio: non c’è certezza assoluta sull’origine organica del materiale

Le scoperte della sonda Curiosity su Marte ci sono, solo che non sono quelle in cui la stampa aveva sperato. L’annuncio della scorsa settimana aveva suscitato grandi aspettative, che alla fine sono state smentite in parte dalla Nasa. Nessun materiale organico rinvenuto dalla sonda, finora; nei prossimi due anni gli scienziati continueranno a cercare in diverse zone del cratere Gale (l’ampia zona in cui opera Curiosity) e non sono escluse novità nei prossimi mesi.

COS’HA TROVATO CURIOSITY. Prelevando campioni di terreno da Marte, gli strumenti del robot laboratorio hanno scoperto sicure tracce di molecole inorganiche, come composti a base di acqua, cloro e zolfo; ancora dubbi, invece sulle molecole a base di carbonio: gli idrocarburi clorinati rinvenuti da Curiosity potrebbero avere un’origine organica, ma potrebbero anche non averla. “Composti di questo tipo si possono trovare anche nelle meteoriti così come nei depositi di polvere interstellare”, ha affermato all’Ansa Ernesto Di Mauro, del dipartimento di Genetica e Biologia molecolare dell’università La Sapienza di Roma. “La loro scoperta è interessante perché significa che su Marte c’è una chimica del carbonio che si è sviluppata nel tempo e che si è conservata”. Per il responsabile scientifico di Curiosity, John Grotzinger, è necessaria ancora “una grande dosi di pazienza. Non sappiamo con certezza se i composti a base di carbonio hanno effettivamente origine su Marte”. I campioni di suolo appena studiati provengono da una zona sabbiosa chiamata Rocknest, che si trova in una zona relativamente pianeggiante del cratere e ancora lontana dall’area nella quale si concentrerà il lavoro di Curiosity, il Monte Sharp che si trova al centro del cratere e che potrebbe essere un deposito di materiale sedimentario, utile a far luce sulla storia geologica di Marte.

FOTOSTORIA – L’atterraggio di Curiosity su Marte

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