Coronavirus: il 43% di chi ha sintomi non informa il medico

Inoltre, secondo un'indagine di Altroconsumo, una famiglia su dieci ha perso almeno mille euro di reddito da lavoro

È ormai trascorso un mese dallo scoppio dell’emergenza coronavirus, un mese apparso infinito per buona parte degli italiani. Per indagare le loro sensazioni, i loro comportamenti e le ricadute Altroconsumo ha condotto un’indagine che ha coinvolto oltre mille cittadini tra il 18 e il 20 marzo.La prima evidenza emersa è che se la maggior parte degli italiani ha finalmente recepito le regole – il 90% del campione evita del tutto di uscire di casa tranne che per bisogni primari ed esigenze lavorative – un 10% di loro continua imperterrito a non rispettare le indicazioni delle autorità o a farlo solo parzialmente. In questo campo, le più ligie sono le donne: ben il 92% segue alla lettera la normativa, mentre nel campione maschile la percentuale scende all’86%.

Ma cosa succede quando si presentano sintomi potenzialmente riconducibili un’infezione da coronavirus? Purtroppo nel 43% dei casi, anche in presenza di almeno un sintomo associato come febbre, tosse o difficoltà respiratorie, si sceglie di non contattare il medico di famiglia, né il 1500 e neanche il 112. Il 46% si rivolge invece al medico di famiglia in presenza di un sintomo importante, l’8% chiama il numero di telefono dedicato al Covid-19 1500 e il 8% al numero di emergenza unico 112 (0 118). Dall’indagine emerge inoltre che solo il 30% di chi ha avuto almeno un sintomo riconducibile si è sottoposto a una quarantena volontaria.

Le conseguenze finanziarie e psicologiche

Guardando invece alle conseguenze delle misure anti-coronavirus, sul fronte economico le stime parlano di una perdita media di 479 euro per nucleo familiare, per un totale complessivo di 12,3 miliardi euro volatilizzati. Il 50% del campione dichiara di aver subito ricadute economiche e una famiglia su dieci ha perso almeno mille euro di reddito da lavoro. Non vanno poi dimenticati cancellazione di voli, prenotazioni in hotel ed eventi annullati o rimandati e non ancora rimborsati. Tra le voci che incidono maggiormente sulla perdita di denaro delle famiglie italiane troviamo al primo posto il reddito da lavoro (30%), la cancellazione di viaggi (18%), perdita di investimenti (15%) e l’annullamento di eventi culturali (10%) e sportivi (11%).

Non meno importante è il fronte emotivo. La situazione di emergenza e la limitazione degli spostamenti sono responsabili di episodi di ansia frequenti (per il 30% del campione), più comuni tra le donne piuttosto che tra gli uomini. I giovani, invece, sono più soggetti a noia e solitudine. In particolare queste emozioni sarebbe molto diffuse tra le ragazze fino ai 25 anni. Per il 20% del campione, inoltre, il coronavirus ha avuto un impatto negativo anche sulla qualità del sonno provocando disturbi frequenti.

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