Copyright, con la nuova norma l’Italia potrebbe incassare 100 milioni

Per Eric Leandri, fondatore di Qwant, “un accordo ragionevole potrebbe prevedere una percentuale intorno al 4% del fatturato totale della pubblicità”

Mentre in Europa il dibattito fra favorevoli e contrari continua senza sosta nonostante la legge sul copyright sia stata già approvata, c’è chi prova a guardare oltre e a capire se la nuova norma potrebbe essere vantaggiosa per gli Stati membri. Si tratta di Eric Leandri, fondatore e Ceo di Qwant, motore di ricerca francese che ha toccato lo scorso anno 10 miliardi di richieste e 70 milioni di visite mensili, che ha calcolato quanto potrebbe costare la novità ai colossi del Web. Secondo l’esperto “un accordo ragionevole potrebbe prevedere una percentuale intorno al 4% del fatturato totale della pubblicità”. Il che, tradotto in numeri, significa che solo da Google l’Ue potrebbe guadagnare indicativamente 1,5 miliardi di euro, da dividere fra i vari Paesi. All’Italia andrebbero fra i 70 e i 100 milioni di euro. Alla Francia andrebbe meglio, con un introito compreso fra i 150 e i 200 milioni. Per avere una conferma, però, occorrerà attendere che gli Stati recepiscano le indicazioni della direttiva e definiscano con esattezza i parametri.

Infatti, l’articolo 15 prevede che la condivisione di semplici link che rimandano agli articoli giornalistici, l’utilizzo di “singole parole” o di “estratti molto brevi di pubblicazioni di carattere giornalistico” siano consentiti. Spetterà ai legislatori nazionali definire con esattezza quando scatterà il diritto d’autore. E l’articolo 17 (ex articolo 13), che impone ai siti l’utilizzo di filtri in grado di intercettare ed eventualmente bloccare i contenuti protetti da copyright (sempre che i titolari del sito non dispongano delle licenze), nasconde ancora più problemi. Infatti, “un filtro può diventare un pericolo per la libertà di pensiero ed espressione sul web” ha ricordato Eric Leandri.

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