Brexit: «Conseguenze limitate per l’Italia»

La solidità delle imprese dovrebbe prevalere sulla volatilità dei mercati. Renzi: «Garantiremo la stabilità dei risparmiatori». Ma si paventa il rischio domino per l'Ue

Vertice a Palazzo Chigi per valutare il post Brexit: il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, il ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Marco Minniti e il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco si sono riuniti, su convocazione del premier Matteo Renzi, per approfondire le ripercussioni per l’Italia dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. In particolare sono stati presi in esame le condizioni del settore bancario, del settore assicurativo, dei mercati finanziari e del mercato dei titoli di Stato. L’esito della consultazione ha portato a considerare limitate le conseguenze per il nostro Paese. Per quanto riguarda la solidità dei fondamentali delle imprese, questa dovrebbe tornare a prevalere a prevalere sulla volatilità dei mercati finanziari in tempi ragionevolmente brevi. Al contempo il mercato dei titoli di Stato sarebbe stabilizzato dai programmi della Banca centrale europea e dal percorso di aggiustamento delle finanze pubbliche perseguito dal Governo.

PADOAN. Intervistato dalla Cnn, Padoan non nasconde che «c’è il rischio di un effetto domino»: questo sarebbe «una delle implicazioni più importanti del voto sulla Brexit». Da qui, la raccomandazione del ministro: «serve più leadership, serve una visione che vada oltre l’attuazione delle regole esistenti che sono buone ma che devono essere attuate in un modo che prenda in considerazione obiettivi come la crescita, la creazione di occupazione e la solidarietà». In merito alla scelta inglese, Padoan spiega che c’è «un sentimento diffuso che l’Europa debba essere profondamente riformata e che , in caso contrario, sia meglio uscire dal gioco, ma penso sia la risposta sbagliata. Coloro i quali credono che l’Europa sia parte della soluzione devono fare di più per metterla in pratica e per progettarla».

UN GIORNO DIFFICILE. Non nasconde il suo disaccordo nemmeno il premier Matteo Renzi: «Oggi è un giorno senza precedenti, un giorno non facile. Ma l’Europa ha dimostrato nel corso della sua storia di essere più forte di ogni e qualsiasi difficoltà. Governo e Unione europea sono nella condizione di garantire, con qualsiasi mezzo, la stabilità del sistema finanziario e la sicurezza dei risparmiatori». Renzi ha poi aggiunto: «Sono qui per dirvi che l’Italia farà la sua parte nel percorso che si apre. L’Europa è la nostra casa, la casa nostra e dei nostri figli e nipoti. Lo diciamo oggi più che mai, convinti che la casa vada ristrutturata. Forse rinfrescata. Ma è la casa del nostro domani. A chi chiede più sicurezza e tranquillità ci sono 70 anni di storia a dimostrare che la pace è stata possibile grazie all’unione e non alla divisione»

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