Bolivia, terzo mandato per Morales. Con dedica a Fidel

Diventa così il leader più longevo della storia del Paese. Grazie allo sfruttamento delle materie prime, ha fatto uscire grosse fette di popolazione dalla povertà

Un «trionfo dell’anti-imperialismo e dell’anti-colonialismo». Festeggia così la rielezione per la terza volta Evo Morales, ormai più longevo leader della storia della Bolivia cancellando Marshal Andres de Santa Cruz, che rimase alla guida del Paese dal 1829 al 1839

Successo scontato per Morales che continuerà così la sua battaglia contro la miseria iniziata nel 2006. Da allora il boom dell’economia (+5% di pil) e lo sfruttamento delle materie prime hanno permesso al presidente di abbattere i livelli di povertà – mezzo milione di persone ne sono uscite (ma il 25% della popolazione vive ancora con meno di due dollari al giorno) – e accumulare 15,5 miliardi di dollari di riserve.

Il 55enne premier ha utilizzato questi proventi per creare sussidi per i bambini in età scolare e pensionati, spedire nello spazio un satellite per le comunicazioni per portare internet anche nelle scuole delle zone rurali, costruire un impianto di fertilizzanti e un nuovo sistema di funivia a La Paz. La sua ultima promessa è di illuminare la capitale con l’energia nucleare.

SUCCESSO TOTALE. Il presidente confermato ha ottenuto il 60% dei consensi stracciando il magnate del cemento Samuel Doria Medina, fermo al 25%. La festa è stata smorzata dalla mezza sconfitta del Movimento per il socialismo di Morales che non dovrebbe essere riuscito a mantenere il controllo dei due terzi in Congresso, maggioranza necessaria a portare avanti la riforma costituzionale che consentirebbe di eliminare il limite dei due mandati presidenziali.

Perché Morales potesse candidarsi, il Parlamento aveva dovuto chiedere l’autorizzazione di un tribunale che aveva accordato la candidatura in base al fatto che la costituzione era stata riscritta durante il suo primo incarico.

Nel discorso tenuto dal balcone del palazzo presidenziale a La Paz, Morales ha dedicato la sua vittoria al leader cubano Fidel Castro e all’ex presidente venezuelano Hugo Chavez, morto di cancro il 5 marzo del 2013: «Continueremo a crescere e continueremo il processo di liberazione economica», ha concluso.

I CRITICI. Ma no è tutto rose e fiori. I detrattori lo accusano di aver speso decine di milioni per la sua campagna e aver messo a tacere i media. Ad esempio, Morales non ha partecipato all’unico dibattito che si è tenuto per le presidenziali e la tv di Stato non l’ha mandato in onda. Lo staff che si occupa di curare la sua immagine ha creato intorno a lui un culto della personalità: stadi, vie e persino interi villaggi portano infatti il suo nome.

© Riproduzione riservata