Blatter si dimette. L’Fbi: “È indagato”

Il presidente della FIFA lascia la presidenza: secondo le autorità americane l’inchiesta lo sta per travolgere. Il suo n.2, Jerome Valcke, inchiodato da una mail che ne comprova la corruzione

Solo qualche giorno fa la trionfale conferenza stampa, per una storica quinta elezione consecutiva, in faccia alle voce che auspicavano al cambiamento. Ieri, la svolta: il presidente FIFA Joseph Blatter ha rassegnato le proprie dimissioni. Decisivo il coinvolgimento del suo braccio destro, Jerome Valcke, all’interno dell’inchiesta che ha già travolto i vertici del calcio mondiale, e che del resto minaccia di allargarsi. Tanto che, in nottata, fonti dell’Fbi hanno confermato quanto già anticipato dai media americani: «anche il presidente è sotto inchiesta».

LE PAROLE DI BLATTER. «Il mio profondo attaccamento alla Fifa mi ha spinto a questa decisione. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno sostenuto alla presidenza della Fifa e che hanno fatto per il calcio. Quello che conta per me è la Fifa e il calcio». Nella conferenza stampa di Zurigo, Blatter ha anche detto che cercherà di organizzare un congresso elettivo straordinario prima di quello previsto il 13 maggio 2016. «Continuerò a esercitare le mie funzioni finchè non verrà scelto un nuovo presidente. La Fifa ha bisogno di una profonda ristrutturazione: ecco perché ho convocato il consiglio elettivo straordinario. Tutto sarà fatto nel rispetto dello statuto e coloro che vogliono candidarsi avranno il tempo sufficiente per farlo». LE RAGIONI. Circa le ragioni del voltafaccia, Blatter ha ammesso di essersi ripresentato «perché convinto fosse l’opzione migliore». Il 79enne dirigente svizzero ha però aggiunto che, a suo modo di vedere, «questo mandato non sembra essere supportato» da altre componenti del mondo del calcio (leggere: UEFA). Secondo a quanto affermato dal network ABC, Blatter sarebbe indagato nell’ambito della stessa inchiesta per corruzione che ha portato la scorsa settimana all’arresto di 14 persone. Notizia ancora non confermata, e tuttavia il numero uno del presidente dimissionario, Jerome Valcke, era sicuramente al corrente di tutto.

LA MAIL CHE LO INCHIODA. Il numero 2 della Fifa era infatti stato informato dalla Federazione Sudafricana di calcio dei 10 milioni di dollari da girare sul conto controllato dal presidente della Concacaf. Lo testimonia una mail, datata 4 marzo 2008, che ha già fatto il giro della rete, e che dimostra come la Fifa abbia mentito all’opinione pubblica di tutto il mondo. Nella mail, il presidente della Federcalcio sudafricana Oliphant scrive «Caro Signor Valcke, a seguito della decisione del governo sudafricano, la South African Football Association richiede che la Fifa trattenga 10 milioni di dollari dal budget previsto per il futuro Comitato organizzatore dei mondiali 2010 e giri quella somma al programma “Diaspora Legacy”, riducendo il fondo totale da 423 a 413 milioni di dollari. Il programma è amministrato direttamente dal presidente della Concacaf, che agirà da fiduciario». Il presidente Concacaf, in quel momento, è proprio quel Jack Warner arrestato mercoledì scorso per aver preso milioni di dollari di tangenti per pilotare tre voti decisivi per l’assegnazione dei mondiali 2010 al Sudafrica, ai danni del Marocco.

LA FINE DI UN’EPOCA. Blatter non può dunque più negare l’evidenza. Il fatto che la tangente sia stata giustificata con un “Sostegno alla diaspora africana”, per l’Fbi vale poco o nulla: il Sudafrica ha corrotto Jack Warner, che aveva votato a loro favore nel comitato esecutivo della Fifa. Questa la tesi, che dovrà essere dimostrata in tribunale. Solo una goccia nel mare dei finanziamenti illeciti scoperti dalle autorità americane. Cosa ancora verrà fuori dallo scandalo che ha travolto il calcio mondiale, solo il futuro potrà dircelo. Intanto, è finita per sempre l’era di Sepp Blatter. Non è proprio roba da poco.

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