Barack Obama per l’ultima volta all’Onu: la chiave per il futuro è il multilateralismo

Nel suo ultimo discorso all’Assemblea Generale, il Presidente Usa è intervenuto su immigrazione e sviluppo

Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama è intervenuto pronunciando il suo ultimo discorso di fronte a alla platea globale dell’Onu. E ha scelto di parlare di due temi caldissimi, che sono al centro non solo del dialogo mondiale, ma anche della campagna elettorale Usa che si avvicina alla conclusione: la globalizzazione e il flusso migratorio che ne consegue.

GLOBALIZZAZIONE E MULTILATERALISMO. Se, ha sottolineato Obama, il multilateralismo è una conseguenza inevitabile del dispiegarsi della globalizzazione, è necessario ricordarsi che è effetto del mercato globale il miglioramento della condizione umana e la riduzione della povertà nel mondo. Tuttavia, perché la globalizzazione funzioni è necessario che essa si fondi su sviluppo e cooperazione; se così non sarà, il futuro dell’Occidente sarà legato a sempre più nutriti flussi migratori, e l’umanità dovrà affrontare le conseguenze di guerre e carestie. Per questo, l’unica alternativa è un serio investimento sulle zone più povere del pianeta, Africa in primis. Il discorso sull’Africa tocca da vicino l’Europa: il controllo intelligente dei flussi migratori è in massima parte una responsabilità che dovrebbe accollarsi il Vecchio Continente. Per questo motivo, nei giorni scorsi, Obama aveva istituito un tavolo dedicato all’argomento; per questo, è necessario che si cominci a parlare seriamente del continente africano, che è legata a doppio filo all’emergenza umanitaria in corso.

INVESTIRE SULL’AFRICA. L’Africa è sì, da un lato, il continente “caldo” per il numero di guerre, per le emergenze civili, per la povertà, dall’altro è una terra piena di risorse, e il punto di partenza dove cominciare un lavoro per lo sviluppo che porti a una maggiore occupazione, alla stabilizzazione della situazione politica ed economica, e dunque al declino dei flussi migratori. Lavorare con l’Africa oggi significherebbe intervenire in una situazione che mostra un importante ravvivarsi della ripresa economica: il Continente, infatti, è in crescita, e i giusti investimenti potrebbero non solo far sì che l’immigrazione strutturale si plachi, ma anche per rendere le terre africane uno sbocco commerciale essenziale per trainare anche l’Europa al di fuori della crisi che la affligge. Per ora, sono Cina e Stati Uniti i Paesi che hanno maggiormente preso sul serio le opportunità di crescita che l’Africa mostra, grazie a politiche economiche aggressive atti a stimolarla. E l’Europa? Del Vecchio Continente pesa l’assenteismo e l’inerzia, che porta alla stagnazione dei pochi piani approntati in questo senso. Per questo, invita Obama nel suo ultimo discorso da Presidente all’Onu, è bene rimettere al centro la prospettiva del multilateralismo, la via per affrontare sfide gravi e urgenti, per trainare l’Europa al di fuori di una emergenza che la sta mettendo in ginocchio.

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