Asili nido, pochi posti disponibili e rette troppo onerose

Cittadinanzattiva ripresenta il problema dell’educazione della prima infanzia: crescono i costi e le strutture sono insufficienti

L’Italia è da anni agli ultimi posti a livello mondiale per il numero di nascite. Tra le tante motivazioni che giustificano questo preoccupante dato è possibile annoverare anche la difficile situazione degli asili nido del Paese, che sono tuttora pochi e troppo costosi. È quello che evidenzia Cittadinanzattiva, che presenta il dato insieme all’annuale quadro nazionale delle spese che le famiglie sostengono per i servizi pubblici, tra cui, appunto, quelle per gli asili nido.

STRUTTURE COSTOSE. Nel nostro Paese solo il 12% dei bambini ottiene un posto negli asili comunali. Un posto che, tra l’altro, costa caro alle famiglie: in media 311 euro al mese, pari al 12% del budget familiare. Salate sono, in particolare, le strutture della Valle D’Aosta, dove si paga una retta di 440, contro i 164 della Calabria (in cui però l’aumento del canone rispetto al 2014 è stato pari al 18%). Se si confrontano i capoluoghi, i nidi più cari si trovano a Lecco (515 euro mensili), mentre quelli più economici sono a Catanzaro (solo 100 euro).

UN NUMERO INSUFFICIENTE. Altro dato problematico è quello sul numero di strutture a disposizione delle famiglie: gli asili nido pubblici sono 3978, e possono accogliere 162.913 bambini; 5372 quelli privati, con 110.666 posti a disposizione delle famiglie. Il 59% dei posti nei nidi è dunque offerto dal settore pubblico; il maggior numero di asili comunali è presente in Emilia Romagna (619 strutture e 28.388 posti), seguita dalla Lombardia, dove si trova anche la maggior quantità di nidi privati (ben 1540, contro i 619 pubblici).

INVESTIRE SULL’INFANZIA. Come ogni anno, Cittadinanzattiva auspica un serio ripensamento dell’offerta di asili nido. Se, infatti, un solo bambino su otto è in grado di ottenere un posto al nido, significa che poco è stato fatto per adeguare il servizio educativo per l’infanzia alle esigenze delle famiglie italiane: oltre, dunque, ad aumentare l’offerta di strutture e accogliere un maggior numero di bambini, è necessario riformare il servizio per intero. Ricordando, infatti, il monito europeo, che dà all’investimento sull’educazione e l’infanzia un ruolo maestro nel superamento dello svantaggio sociale, Cittadinanzattiva auspica per il futuro una maggiore flessibilità di orario, costi più sostenibili e un servizio educativo di qualità.

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