Appalti a Roma, l’accusa di Cantone: sistematica violazione delle norme

Con un dossier di 15 pagine, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione denuncia numerose illeciti nel periodo 2012/2014 con “ricadute negative sulla qualità delle prestazioni e sull'incremento dei costi” per la Capitale

Il presidente dell’autorità anticorruzione Raffaele Cantone punta il dito contro Roma: stando al rapporto redatto dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), relativo al periodo 2012 – 2014, l’illegalità regnerebbe sovrana nella Capitale. “L’indagine ha rivelato la sistematica e diffusa violazione delle norme e il ricorso generalizzato e indiscriminato a procedure prive di evidenza pubblica, con il conseguente incremento di possibili fenomeni distorsivi che agevolano il radicarsi di prassi corruttive”, si legge nel report, che è stato tempestivamente inviato sia alla Procura sia alla Corte dei Conti. Lo scenario che emerge è disarmante e confermerebbe quanto già emerso con le indagini su Mafia Capitale: nessun comparto sarebbe stato “pulito” a Roma. La criminalità influenzerebbe il verde pubblico, la manutenzione delle strade, gli asili, i servizi ai disabili, gli affitti delle case, gli acquisti di nuovi software, e perfino la macellazione della carne.

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LA PROCEDURA NEGOZIATA. “La gestione delle attività contrattuali di Roma Capitale, nei suoi molteplici aspetti e modalità, non è conforme ai principi di buon andamento e di imparzialità dell’amministrazione sanciti dall’articolo 97 della Costituzione”, denuncia l’Anac. “Si riscontrano ricadute negative sulla qualità delle prestazioni e sull’incremento dei costi, nonché sulla lesione della concorrenza, come effetto della sottrazione alle regole di competitività del mercato di una cospicua quota di appalti, affidati per la maggior parte senza gara”. Il meccanismo utilizzato è semplice: al posto delle regolari gare pubbliche, aperte a tutti, a Roma l’assegnazione degli appalti avverrebbe attraverso una procedura negoziata: su invito, si presentano solo una rosa di aziende e queste tratterebbero tra loro per l’assegnazione. Secondo l’Anac tale procedura negoziata peccherebbe di “carenza o difetto di motivazione dei presupposti” senza contare che, così facendo, viene a mancare “l’obbligatoria rotazione” tra i soggetti. Come se non bastasse, a Roma si concederebbero troppe proroghe che porterebbero al “ricorso sistematico ad affidamenti allo stesso soggetto”. Una realtà, quest’ultima, frequente soprattutto nei settori della manutenzione stradale, della macellazione e della relativa conservazione a freddo.

LA FALLA DEI SISTEMI INFORMATIVI. Ma la procedura negoziata non sarebbe l’unica freccia all’arco della criminalità. Ad agevolare le frodi sarebbe anche la presenza di sistemi informativi differenti per ogni dipartimento del Comune di Roma che, in questo modo, non possono comunicare tra loro. L’Anac inoltre evidenzia , che l’Ufficio contratti dispone di un sistema centralizzato solo per le gare a evidenza pubblica.

I PROSSIMI STEP. Ma Cantone è deciso ad andare a fondo e annuncia prossime ispezioni anche in materia della gestione dei canili e della manutenzione stradale.

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