Allarme illegalità dalla Corte dei Conti: corruzione pesa per 60 miliardi

Critica del presidente Giampaolino alla Pubblica amministrazione: “Una sconfitta non aver fatto una riforma efficace. Consulenze illegittime e onerose una spina nel fianco” per gli uffici pubblici

Illegalità, corruzione e malaffare: tre fenomeni ancora “notevolmente presenti nel Paese” e le cui dimensioni sono “di gran lunga superiori a quelle che vengono, spesso, faticosamente alla luce”. In un anno la situazione in Italia non è cambiata poi molto e la denuncia del presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, risuona molto simile a quella dell’anno precedente. Il problema è che la corruzione “dilagante”, come ha spiegato lo stesso Giamapolino in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario – “stringe in una morsa la crescita del Paese e la sua competitività”, privandolo di “risorse essenziali”, soprattutto nella difficile fase economica attuale. Ogni anno, calcola la Corte dei conti, il peso della corruzione è di circa 60 miliardi di euro, senza considerare l’evasione che vale 100-120 miliardi di euro. Per la sola Iva si calcola un’evasione al 36%. “La lotta all’evasione è sacrosanta – ha sottolineato il presidente – ma altrettanto sacrosanta è la lotta allo sperpero di denaro pubblico”. E riguardo la gestione della Pubblica amministrazione il presidente della Corte ammette la “sconfitta” di “non avere fatto una efficace riforma” della macchina pubblica, ma avere operato sempre “chirurgicamente”, insistendo sull’aspetto penale. Troppi, secondo Giampaolino, gli incarichi e le consulenze illegittime, fuori dalle regole, onerose, e date senza limiti anche quando all’interno ci sono le professionalità giuste, restano una spina nel fianco della pubblica amministrazione. Nonostante le sentenze e le leggi, ci sono ancora “casi macroscopici”, avverte la Corte, in cui si perseguono “obiettivi personalistici cui è estraneo l’interesse pubblico”.

Bilancio. Il presidente ha parlato anche della situazione dei conti pubblici italiani. Il 2011 “sarà ricordato nella storia della finanza pubblica italiana, per la severità della situazione economica e per l’affanno con il quale i governi hanno rincorso i rimedi necessari a fronteggiarla e ad arginarne gli effetti più devastanti”. Pareggio di bilancio nel 2013? Giampaolino non si sbilancia: “Sono stai fatti notevoli sforzi, tra i più grandi tra tutti i Paesi e dovrebbero essere sufficienti a raggiungere il pareggio di bilancio”.

Le relazioni della Corte dei conti

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