Al via il Cdm che riordina le Province d’Italia

Il governo prepara il decreto di riduzione degli enti territoriali, ma si apre la polemica sulla revisione della spesa pubblica. Castiglione (Upi): “Con questi tagli si blocca qualunque attività, anche l'ordinaria amministrazione”

Si apre con un appello il Consiglio dei ministri che presenterà il decreto legge per il riordino delle 86 Province italiane. Secondo Giuseppe Castiglione, presidente dell’Unione delle Province d’Italia (Upi), i tagli imposti dalla spending review e dalla legge di stabilità rischiano di compromettere il processo di riorganizzazione degli enti territoriali. “Se non si trova una soluzione per alleggerire i tagli”, afferma Castiglione, che ha chiesto un incontro urgente al premier Mario Monti e al ministro dell’Economia Vittorio Grilli, “le nuove Province che nasceranno dal riordino non avranno alcuna possibilità di amministrare i territori”. Troppi, secondo il presidente dell’Upi, i 500 milioni in meno disposti dal governo in soli quattro mesi, una revisione della spesa che sta “obbligando le Province a una riduzione dei bilanci di oltre il 26%. Con numeri di questa portata è evidente che non si tratta di andare a rivedere la spesa improduttiva, ma di bloccare qualunque attività, anche l’ordinaria amministrazione”. Castiglione, in pratica, avverte che con questi tagli il processo di riorganizzazione territoriale non vedrà mai la conclusione: “Ci troveremo a dovere accorpare Province con bilanci in dissesto – spiega – e le nuove istituzioni che nasceranno non potranno dare seguito alle funzioni fondamentali che sono state loro assegnate, dalla difesa dei territori alla gestione della viabilità, dalla gestione dell’edilizia scolastica alla pianificazione alla tutela dell’ambiente”.

DECRETO LEGGE ALL’ORDINE DEL GIORNO. Intanto i rappresentanti del governo si sono riuniti per approvare il decreto legge che riorganizzerà la mappa delle Province, che dovrebbero passare da 86 a 50, e ufficializzerà la nascita delle 10 Città metropolitane ( Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria). Il provvedimento, ‘Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane’, è al primo punto dell’ordine del giorno e dovrebbe fare chiarezza sui dettagli del decreto legge.

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