La World Trade Organization ha dato ragione agli Usa. Dura ormai da 12 anni la contesa portata avanti dagli Stati Uniti contro alcuni Stati europei a causa di presunti sussidi illeciti concessi ad Airbus, costruttore europeo di velivoli.
LA CONTESA. Il comitato per la compliance, che tutela il rispetto delle norme di concorrenza, ha accolto il ricorso americano del 2004, e ha concordato sul fatto che i prestiti agevolati destinati da Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna all’europea Airbus abbiano di fatto causato danni economici al costruttore concorrente statunitense Boeing. La soddisfazione da parte di Boeing e delle autorità Usa è grande: il responsabile americano del commercio estero Michael Froman ha infatti già dichiarato come la decisione rappresenti «un’immensa vittoria per gli Stati Uniti e per tutti i dipendenti del settore aereonautico americano». La contesa, infatti, verteva su cifre decisamente importanti: Boeing avrebbe infatti perso almeno 22 miliardi di dollari; tanto che l’azienda rivendica ora «dazi doganali compensatori sulle importazioni europee fino a 10 miliardi di dollari all’anno» ai danni dell’Ue.
PRESTO IN APPELLO. Tuttavia, è presto per cantare vittoria: l’Ue ha venti giorni di tempo per presentare ricorso, ed è praticamente certo che approfitterà dell’occasione. La Commissione Ue, infatti, ritiene le decisioni del Wto insoddisfacenti, sottolineando come, inoltre, alcune delle richieste Usa siano state già considerate illegittime. Airbus, dal canto proprio, ha contestato tutte le conclusioni dell’Organizzazione, rivendica il fatto di aver risposto adeguatamente e per tempo alle richieste del Wto relativamente all’eliminazione di alcune sovvenzioni; si dichiara certa della vittoria in appello. Bisognerà attendere la prossima primavera per capire chi la spunterà: si spera che, per allora, Ue e Usa raggiungano un accordo; ad auspicarlo è anche Airbus, che ha invocato il buon senso e «un’intesa equilibrata».
© Riproduzione riservata