Accuse di corruzione sconvolgono la Gdf

L’inchiesta vede coinvolti il numero due delle Fiamme Gialle, Vito Bardi, e il comandante provinciale di Livorno, Fabio Massimo Mendella. Spartite oltre un milione di euro in mazzette

Il mondo della Finanza è sotto choc: i pm di Napoli hanno aperto un’inchiesta contro la Guardia di Finanza, con l’accusa di corruzione. Due le persone già arrestate: il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Livorno Fabio Massimo Mendella, e il commercialista napoletano Pietro De Riu. Su loro gravano le accuse di concorso in concussione per induzione e rivelazione di segreto d’ufficio. Dopodiché è stata la volta del comandante in seconda delle Fiamme Gialle, il generale Vito Bardi: per lui si ipotizza l’accusa di corruzione. Ma non è escluso che, nelle prossime ore, emergano altri nomi. Stando alle ricostruzioni dei pm, i tre si spartivano un giro di mazzette del valore di 30 mila euro al mese, per un totale di un milione di euro. Alla base della frode c’era l’accordo con Giovanni Pizzicato, alla guida del gruppo Gotha spa: per sua stessa ammissione, l’indagato Pizzicato (che ha deciso di collaborare) sarebbe stato indotto a pagare somme di denaro per evitare verifiche e accertamenti fiscali. “Fui contattato da Pietro Luigi De Riu, un commercialista di Afragola che conoscevo da tempo, il quale mi disse che sarebbe stato bene per la società che rappresentavo che incontrassi il suo amico della Guardia di Finanza, all’epoca un maggiore, tale Mendella, con il quale fu organizzata una cena in un ristorante di Napoli”, ha spiegato Pizzicato ai magistrati Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock. “Mi disse che da un accertamento risultava che la mia azienda era a rischio di prossima verifica fiscale ma De Riu ci propose di metterci d’accordo con il comandante della Finanza per trovare un accordo economico e chiudere la faccenda. Quindicimila euro al mese fino ad arrivare a 30 mila, per un totale di un milione di euro. La cifra era stata calcolata in misura proporzionale al fatturato della società”. Il denaro veniva occultato in confezioni di telefoni cellulari e spesso, ai soldi, si aggiungeva il pagamento di altri servizi, come viaggi e vacanze. Sulla vicenda il neo presidente dell’autorità Anticorruzione Raffaele Cantone commenta: “Una parte della nazione è sana, nelle indagini le forze di polizia giudiziaria non hanno avuto remore a occuparsi di vicende anche al proprio interno: è stata la stessa Gdf che ha proceduto nei confronti di altri esponenti del corpo”. Gli fa eco il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan: “La notizia mi addolora, esprimo la mia totale fiducia nella Gdf e nei suoi membri”.

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