A Torino corteo di imprenditori: “E’ ora di dire basta”

L’associazione Imprese che resistono ha chiamato a raccolta oltre 1.000 imprenditori da diverse regioni d’Italia per protestare contro l’elevata pressione fiscale, burocrazia inutile e politica fallimentare. “In tre anni non è cambiato nulla”

Superano il migliaio (forse 1.500) e sfilano con cartelli che ne indicano la provenienza: Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Molise e Veneto. Sono gli imprenditori che hanno risposto alla chiamata dell’associazione Imprese che resistono, un movimento nato quattro anni fa a Torino e che, proprio nel capoluogo piemontese, ha organizzato una manifestazione per dire ‘basta’ a “una pressione fiscale eccessiva su aziende e salari” e a “una burocrazia inutile e una politica fallimentare”. Alla manifestazione hanno aderito anche le associazioni di rappresentanza Api di Torino (piccole e medie imprese), Cna (artigianato e imprese)e Confartigianato.Partiti dal Teatro Nuovo, gli imprenditori hanno raggiunto la sede torinese della Rai gridando “basta, vergogna” e aprendo uno striscione con scritto ‘L’Italia sta andando indietro’; alle spalle una grande bandiera tricolore. “Tre anni fa siamo scesi in piazza – ha detto l’imprenditore Luca Peotta, fondatore del movimento – e da allora non è cambiato nulla, soltanto la pressione fiscale. Siamo tornati a manifestare perché vogliamo aiutare le piccole e medie imprese a rialzare la testa. La situazione è insostenibile. In questa piazza ci sono anche giovani, studenti, disoccupati”. Numerosi gli striscioni dietro ai quali hanno sfilato gli imprenditori: ‘Dopo il rigore è tempo di crescita ed equita’, ‘Imprese che resistono…è un’impresa resistere’, ‘Che futuro lasceremo ai giovani’, ‘La globalizzazione è una opportunità per pochi’.

© Riproduzione riservata