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Sostenibilità & Innovazione

Sostenibilità sul lavoro: una priorità per un italiano su due

architecture-alternativo Credits: Freepik

Gli italiani cercano di vivere la propria vita in modo sempre più sostenibile e tale tendenza sta progressivamente interessando diversi aspetti della quotidianità, compreso l’ambito lavorativo. La sostenibilità sul lavoro diventa, quindi, una priorità al punto che un italiano su due sceglie aziende che garantiscono un equilibrio tra vita lavorativa e privata. È solo uno degli aspetti che emergono dalla ricerca Il Cittadino Consapevole: comportamenti virtuosi in azienda per raggiungere un successo sostenibile, il terzo report dell’Osservatorio Deloitte sui trend di sostenibilità e innovazione.

«Coerentemente con le proprie aspirazioni personali, gli italiani tendono ad adottare comportamenti sostenibili anche sul posto di lavoro e richiedono la stessa attenzione alle aziende”, commenta Andrea Poggi, Innovation Leader Deloitte. “Le imprese possono rispondere alle nuove e stringenti richieste dei lavoratori in tema di sostenibilità grazie alla trasformazione e ridefinizione dei modelli di business sulla base di una più forte e sinergica interrelazione tra strategia e purpose. Così facendo, si possono porre le basi per la creazione di un contesto innovativo, finalizzato a promuovere non solo il benessere della società e la tutela dell’ambiente, ma anche la prosperità delle aziende e dei loro stessi dipendenti in termini di bilanciamento fra la sfera personale e sviluppo professionale”.

La sostenibilità sul lavoro

La maggiore consapevolezza degli italiani in ambito professionale è già evidente nella loro valutazione complessiva del posto di lavoro. Tra le aziende più ricercate, infatti, ci sono quelle che approcciano la sostenibilità a 360° e che garantiscono, da una parte, il benessere sociale ed economico dell’individuo in termini di work-life balance, inquadramento e opportunità di crescita professionale e, dall’altra, la tutela dell’ambiente.

Quasi un italiano su due predilige le aziende che offrono la possibilità di conciliare gli impegni di lavoro con quelli personali (il 47%), attraverso un modello agile e flessibile, e di percepire un trattamento economico adeguato (46%), in grado sia di riflettere il contributo che egli apporta al raggiungimento degli obiettivi sostenibili dell’azienda sia di fornire le risorse per vivere secondo stili di vita sempre più consapevoli.

I benefici per le aziende

Circa quattro italiani su dieci sono attratti da aziende che promuovono una cultura e un approccio al business allineati con la propria personalità e i propri valori, e che consentono alle persone di lavorare per soddisfare le proprie passioni e i propri interessi. È importante, infine, che le imprese offrano chiari percorsi di crescita e valorizzazione professionale (28%) e implementino modelli di business particolarmente attenti alla sostenibilità ambientale (20%).

Secondo quanto dichiarato dai lavoratori, un’azienda che riesce a soddisfare questi requisiti può conseguire benefici significativi anche se non sempre evidenti. Un impegno vero e attivo delle organizzazioni sui temi della sostenibilità, infatti, si rispecchia in una maggiore dedizione al lavoro da parte delle persone, come riportato da quasi due terzi degli italiani (64%), e anche in un maggiore coinvolgimento in ambito lavorativo, come indicato da circa quattro intervistati su dieci. Inoltre, l’attenzione alla sostenibilità favorisce l’attrazione dei talenti, con parte del campione che si dichiara disponibile a cambiare l’attuale datore di lavoro pur di essere parte di un’azienda consapevole (23%), anche a fronte di una riduzione della retribuzione (25%).

La risposta delle imprese italiane

Lo stato attuale del processo di transizione sostenibile mostra come i modelli di business delle imprese italiane si stiano evolvendo seguendo due direzioni principali: una improntata al green e all’economia circolare e una ispirata al più ampio well-being e alla cultura della sostenibilità a 360°.

Infatti, un dipendente su due dichiara che l’azienda, per cui lavora, sta implementando approcci circolari con l’obiettivo di minimizzare gli sprechi e utilizzare materiali riciclabili nei propri processi produttivi, mentre uno su cinque riporta che il proprio datore di lavoro sta puntando sulle rinnovabili. A livello organizzativo e di cultura aziendale, sempre secondo gli intervistati, emerge un interesse verso l’adozione da parte della propria organizzazione di modelli di lavoro sempre più flessibili (23%), e la promozione della parità di genere e dell’inclusione (21%).

Il punto di vista dei lavoratori

A conferma di questa tendenza, più di un italiano su tre riferisce che il proprio datore di lavoro sta mettendo a disposizione del proprio personale risorse per favorire l’adozione di comportamenti virtuosi sul posto di lavoro e si dichiara soddisfatto dell’impegno assunto dalla propria azienda in ambito sostenibilità. I lavoratori, inoltre, credono che le iniziative realizzate siano prive di secondi fini (41%), con solo uno su tre che si dice preoccupato che il proprio datore di lavoro stia praticando forme di greenwashing.

I lavoratori chiedono anche che il suddetto processo di transizione includa l’evoluzione dei modelli di business in un’ottica più sostenibile e responsabile, andando oltre le attività di riduzione degli sprechi e utilizzo di materiali riciclati (29%) e di promozione di forme di lavoro flessibili (22%). Infatti, emerge l’esigenza di un’ulteriore spinta innovativa verso: l’attenzione alla decarbonizzazione con l’impiego di rinnovabili (21%), particolarmente importante per la generazione dei Baby Boomer; l’adozione di meccanismi di incentivazione, che premiano sia stili di vita e modelli di consumo sostenibili che performance lavorative in linea con gli obbiettivi Esg dell’azienda (19%), che trova nei giovani della Gen Z i principali promotori; e la definizione di una value proposition costruita sempre più attorno alla sostenibilità (16%), apprezzata soprattutto dai Millennial.


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