Sostenibilità: come si rapportano le aziende al cambiamento climatico?

Secondo l'EY Global Climate Action Barometer il nostro Paese si distingue per il suo impegno verso la sostenibilità: tutti i dati

EY Global Climate Action Barometer: report sulla sostenibilità del business© Shutterstock

La lotta al cambiamento climatico è diventata una priorità per (quasi) tutte le imprese a livello globale. A questo punto, dunque, analizzare come le aziende si stanno preparando per affrontare questa sfida non è solo un esercizio di trasparenza, ma un passo cruciale per comprendere quanto la sostenibilità del business possa premiare in termini di competitività a lungo termine.

A restituire una panoramica accuratissima è la sesta edizione dell’EY Global Climate Action Barometer. Questo report, sviluppato da Ernst & Young, analizza il livello di adozione di piani di transizione, la qualità delle informazioni divulgate e il grado di integrazione dei rischi climatici nelle strategie finanziarie, offrendo una fotografia dettagliata di come oltre 1.400 aziende, distribuite in più di 50 Paesi e appartenenti a 13 settori diversi, stiano reagendo alla necessità di decarbonizzazione e di gestione dei rischi climatici.

Non solo. L’edizione 2024 riflette un cambiamento di focus: non è più solo un’analisi del rischio, ma una valutazione delle azioni concrete intraprese per affrontare la crisi climatica. A livello globale, i risultati mostrano progressi significativi, ma non ancora sufficienti per rispettare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Solo il 41% delle aziende intervistate ha adottato un piano di transizione per mitigare i cambiamenti climatici, una percentuale troppo bassa per garantire il raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050. Anche se la qualità delle divulgazioni è migliorata, passando dal 50% nel 2023 al 54% nel 2024, rimane evidente una discrepanza tra ambizione e azione.

Molte imprese, soprattutto nei settori ad alte emissioni, continuano a privilegiare interventi meno strutturali come la compensazione, piuttosto che optare per trasformazioni profonde nei processi produttivi e nella catena di fornitura. Dall’altra parte, però, molte aziende stanno incrementando l’uso di strumenti come l’analisi degli scenari, che consente di valutare i potenziali rischi climatici a lungo termine.

Durante quest’anno il 67% delle imprese ha dichiarato di aver utilizzato questo approccio, un dato in crescita rispetto al 58% dell’anno precedente. Ciò però non toglie che meno del 20% delle imprese ha riferito dettagli quantitativi sugli impatti finanziari derivanti dai rischi climatici, un aspetto cruciale per rendere le strategie aziendali pienamente trasparenti e allineate agli obiettivi climatici.

Per quanto riguarda l’Italia, il nostro Paese si distingue per il suo impegno verso la sostenibilità. Quasi la totalità delle aziende italiane analizzate nel report, il 99%, fornisce informazioni dettagliate sulle proprie azioni climatiche, superando la media globale del 94%. Le imprese italiane dimostrano una propensione superiore rispetto ad altri Paesi nell’adottare misure concrete per la decarbonizzazione.

Il 68%, infatti, ha integrato target numerici specifici nei propri piani di transizione, contro il 47% della media globale. Inoltre, le aziende italiane risultano tra le più trasparenti nell’analisi degli scenari di emissioni, spesso utilizzando scenari complessi come l’RCP 8.5, che rappresenta un futuro senza interventi climatici significativi, e il NetZero 2050, che proietta un mondo a zero emissioni nette entro metà secolo.

Le imprese italiane si mostrano anche più attive nel dialogo con le autorità regolatorie e gli stakeholder, con il 70% delle aziende che divulga dettagli sui propri piani di transizione energetica, rispetto al 60% della media mondiale. Questo coinvolgimento si riflette anche nella capacità di offrire roadmap chiare e dettagliate su orizzonti temporali diversi, a breve, medio e lungo termine. La qualità delle informazioni divulgate, inoltre, si attesta su un punteggio medio del 62%, leggermente superiore alla media europea.

I settori più virtuosi in Italia sono quelli delle assicurazioni, dell’agroalimentare e delle telecomunicazioni, con il 100% delle aziende di questi comparti che pubblicano piani di decarbonizzazione. Anche il settore bancario e quello dei trasporti registrano performance elevate, rispettivamente con l’85% e l’83% delle aziende che condividono strategie per ridurre l’impatto ambientale. In controtendenza, il comparto energetico, pur essendo strategico per la transizione, registra una percentuale inferiore (66%) di imprese con piani dettagliati.

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