Zuckerberg uomo dell’anno per il Time: succede a Bernanke

Dopo il capo della Federal Reserve, la rivista americana sceglie il fondatore di Facebook come ‘Person of the year 2010’. Una scelta che va controcorrente alla decisione dei lettori di assegnare il riconoscimento a Julian Assange, fondatore di Wikileaks

E’ il 26enne fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, l’uomo dell’anno 2010 scelto dal Time. Anche per quest’anno il premio, istituito dalla rivista americana nel 1927, è andato a una persona che con il suo operato “è riuscito a influenzare il nostro mondo”. Ed effettivamente in questi anni Zuckerberg, reso ancor più famoso dal film The Social network, è riuscito a influenzare almeno 500 milioni di persone che hanno registrato un profilo su Facebook. Ma la scelta del giovane di White Plains, che succede a personaggi del calibro di Ben Bernanke, capo della Federal Reserve, e del presidente Usa Barack Obama, non è piaciuta alla maggior parte dei lettori del Time che avevano assegnato il premio a Julian Assange, fondatore di Wikileaks.

Time, perché Zuckerberg e non AssangeIn un articolo dal titolo ‘Perchè abbiamo scelto Zuckerberg’, il direttore di Time Richard Stengel, giustifica la mancata scelta del fondatore di Wikileaks. “Come altri due candidati di quest’anno, Julian Assange e il Tea Party, Zuckerberg non ha un grande rispetto per le autorità tradizionali. In un certo senso – scrive – Zuckerberg e Assange sono due facce della stessa medaglia, entrambi esprimono un desiderio di apertura e trasparenza”. Ma è diverso il modo in cui lui cercano di ottenere questa trasparenza: “Mentre Assange attacca le grandi istituzioni e i governi attraverso una trasparenza involontaria con l’obiettivo di depotenziarli, Zuckerberg dà la possibilità agli individui di condividere volontariamente informazione con l’idea di dare loro più potere”. E se il fondatore di Wikileaks vede “il mondo pieno di nemici reali o immaginari”, l’ex studente di Harvard, “nato nel 1984 lo stesso anno in cui è stato lanciato il primo Macintosh” e che ora ha “messo in relazione oltre mezzo miliardo di persone”, «considera il mondo zeppo di potenziali amici”.

IL PLANISFERO VISTO DA FACEBOOK

La privacy secondo Zuckerberg e AssangeIn entrambi poi Stengel individua un “certo disprezzo per la privacy: nel caso di Assange perché egli ritiene che permetta di far progredire la malevolenza, nel caso di Zuckerberg perché la considera un anacronismo culturale”. Quindi il fondatore di Facebook viene premiato “per aver creato uno scambio di informazioni diventato allo stesso tempo indispensabile anche se a volte un po’ pauroso ed infine per aver cambiato il modo in cui viviamo in modo innovativo e persino ottimista”. Zuckerberg è appena un anno ‘più vecchio’ di Charles Lindbergh, il primo e più giovane, ‘man of the year’ scelto nel 1927 per la sua transvolata atlantica; e ha le stessa età che aveva la Regina Elisabetta quando fu scelta dal settimanale americano nel 1952. “Ma a differenza della Regina, non ha ereditato un impero, lo ha costruito” scrive ancora Stengel, ricordando per inciso come la monarca britannica proprio recentemente abbia aperto una sua pagina su Facebook. Nei sei anni trascorsi da quando nei ‘dorm’ di Harvard è stato creato il social network ora più diffuso del mondo Zuckerberg non ha solo accumulato milioni di utenti – quasi 600mila – ma anche centinaia di milioni di dollari. Un tesoro che gli ha permesso non solo di diventare uno dei paperoni più giovani d’America, ma anche di entrare a pieno diritto nella lista dei principali filantropi americani, impegnandosi a donare, per esempio, nei prossimi 5 anni, 100 milioni di dollari alle scuole di Newark, nel New Jersey.

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