Chi sarà il successore di Mario Draghi alla guida della Bce?

Al momento, il candidato più probabile è Christine Lagarde, presidente dell’Fmi. Ma ci sono altri otto papabili

Mancano pochi mesi alla fine dell’incarico di Mario Draghi come presidente della Banca centrale europea ed è già iniziato il toto -nomine per il suo successore. Al momento il sostituto più probabile sembra essere la francese Christine Lagarde, attuale direttore del Fondo monetario internazionale (Fmi). Forte del suo profilo di spessore e della sua grandissima esperienza in ambito economico, l’unica donna in lizza sembra in vantaggio sui suoi diretti “avversari”. Se la Lagarde dovesse effettivamente subentrare a Draghi, quest’ultimo potrebbe prendersi un “anno sabbatico” per dedicarsi all’insegnamento o allo studio o magari entrare proprio nel direttivo del Fmi. In pole position ci sono, poi, altri tre francesi. Di chi si tratta? Innanzitutto di Olivier Jean Blanchard, economista molto noto, con un passato da professore ad Harvard e da capo economista del Fmi. Fra le sue proposte quella di rivedere il vincolo di deficit al 3% e il debito al 60% del Pil per “garantire ai governi più libertà di stimolare la domanda attraverso le politiche fiscali”. La sua età (a dicembre compirà 71 anni), però, rappresenta un limite. È molto più giovane, invece, Benoit Coeuré, capo economista e membro esecutivo della Bce. Fra i candidati francesi, è quello che piace di più a Draghi. Del resto vanta una grande preparazione tecnica e buone capacità politiche, ma dietro alla sua possibile elezione c’è un problema: i membri dell’esecutivo non possono essere rieletti. Allora potrebbe magari spuntarla il quarto francese, François Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia ed ex Chief Operating Officier di Bnp Paribas, considerato un candidato molto politico e poco tecnico, particolarmente vicino alla Germania.

Gli altri candidati al posto di Mario Draghi La presidenza della Bce potrebbe andare anche al tedesco Jens Weidmann, attuale numero uno della Bundesbank, considerato l’anti-Draghi: infatti, si è schierato apertamente contro le politiche espansive dell’economista italiano, prendendo le parti dei risparmiatori tedeschi, i quali ritengono Draghi e i suoi tassi sotto zero i principali responsabili del loro impoverimento. Proprio per questo, il presidente tedesco della Buba ha l’appoggio dei concittadini, ma non dei Paesi dell’Europa meridionale. L’altro tedesco papabile è Klaus Regling, direttore dell’Esm, il meccanismo di stabilità. Non è fra i favoritissimi, a causa dell’età piuttosto avanzata (quest’anno compie 69 anni), delle competenze non super specialistiche e del passato da socialdemocratico. Fra gli interessi francesi e quelli tedeschi potrebbe spuntarla l’olandese Klaas Knot, presidente della banca centrale olandese. Ci sono poi due outsider, entrambi finlandesi: Erkki Liikanen, ex governatore della Banca di Finlandia, e Olli Rehn, presidente della banca centrale finlandese ed ex commissario Ue.

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