Largo allo slow payment: intervista a Simone Mancini, founder di Scalapay

Aiutare gli utenti a soddisfare “senza traumi” i piccoli piaceri della vita, supportare i marchi nel vendere direttamente i loro prodotti su più piattaforme e contribuire a trasformare soggetti come Netflix, Instagram o Youtube nei nuovi “padroni” dell’e-commerce. Come? Lo spiega il fondatore della fintech leader in Italia nei pagamenti ‘Buy now, pay later’

Ha appena ricevuto il premio come Prodotto dell’anno 2022 per l’innovazione; ma certamente il riconoscimento più corposo tributatogli di recente è quello dello scorso febbraio, quando Tencent e Willoughby Capital gli hanno affidato la non modica cifra di 497 milioni di dollari, totalizzando nel breve lasso di tempo che la separano dalla fondazione – nel 2019 – oltre 700 milioni di finanziamenti. Stiamo parlando di Scalapay, la fintech italiana, leader nel nostro Paese nei pagamenti Buy now, pay later, creata dall’attuale Ceo Simone Mancini e dal sodale Johnny Mitrevski (oggi Cto della società), entrambi figli di immigrati cresciuti in Australia e con alle spalle altre iniziative imprenditoriali.

Mancini, dopo un corso di cucito, crea un suo brand di moda da vendere online, insieme poi danno vita a EatTonight, un marketplace che si occupava di proporre cibo fatto in casa, e poi Sweetly, la piattaforma per decoratori di torte e poi una app per l’invio di denaro… Come dire? Le idee non mancano. Fino a tre anni fa, quando Scalapay (intanto a Mancini e Mitrevski si sono aggiunti gli attual Cfo Raffaele Terrone, il Sales Project Manager Daniele Tesari e l’Head of product Mirco Mattevi) vede la luce con la possibilità di permettere l’acquisto di un bene in tre rate senza interessi per il cliente finale. I numeri di oggi parlano chiaro su come proceda il business: il servizio è attivo, oltre che in Italia, anche in Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Finlandia, Belgio, Olanda e Austria, con progetti di espansione in tutta Europa. Impiega più di 200 persone, è presente in oltre 5 mila negozi fisici e negli e-store di 3 mila brand, e genera un milione di visite al mese per i siti partner, con un amento del 48% dello scontrino medio e dell’11% delle conversioni al checkout. Come e perché sia stata e sia possibile la cavalcata di questo unicorno tricolore che nel 2021 ha generato acquisti per oltre 99 miliardi di euro (+315%), e in quale direzione intenda dirigere il proprio galoppo, lo abbiamo chiesto proprio a Mancini.

Lei è stato definito uno “startupper seriale”. Si nasce con questa predisposizione o ci si diventa? Ammetto che questa definizione non mi piace, sono solo una persona molto curiosa, a cui piace sperimentare, e applico questa inclinazione al mio lavoro. Non a caso…

L’intervista continua sul numero di Business People maggio

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