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Protagonisti

Ci salverà l’umanesimo: intervista a Gherardo Magri, a.d. di Vaillant

“The Human Society. Inspired by Vaillant” è il payoff che ispira l’ultimo meeting people del Gruppo in Italia. La cui ambizione si spinge oggi a voler fare da aggregatore per aziende che si siano imposte in modo prioritario il rispetto dell’ambiente e delle persone. Come e perché ce lo spiega l’amministratore delegato

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Lo scorso Natale ha stupito tutti i suoi 140 dipendenti facendo recapitare a sorpresa nelle loro case un volume, simil-mega Moleskine, dal titolo Attraverso il lockdown – il nostro diario, oltre 200 pagine di testi, immagini, e-mail, emozioni, screenshot da video che si erano scambiati durante i mesi più duri della pandemia, quando Gherardo Magri, amministratore delegato del Gruppo Vaillant in Italia, aveva avviato appunto il suo quotidiano Diario di bordo attraverso il quale ha continuato a interagire con tutti (oggi l’interscambio è settimanale), ricevendo risposte e trasmettendo un senso di unità in un momento in cui tutto pareva disgregarsi. Un gesto, questo, che dice molto di Magri – un manager che nella sua carriera ha navigato mercati molto competitivi (dall’elettronica di consumo al bianco) e da 12 anni è al vertice della divisione italiana della multinazionale tedesca – e che ne contraddistingue la gestione in cui applica un pensiero “laterale” al modo di intendere l’impresa nel 21esimo secolo, andando ben oltre l’imperante concetto di azienda sostenibile a livello sociale, economico e ambientale. E adesso mette a disposizione il proprio Gruppo come elemento aggregatore, come piattaforma per altre realtà al fine di condividere e collaborare per un impegno reale e consapevole per la salvaguardia della società e del pianeta nel suo insieme. Come? Lo spiega lui in questa intervista.

Vorrei iniziare con un tema a cui – so – lei tiene molto. L’idea di dover costruire una nuova normalità al cui centro porre l’uomo. Ormai pare che, almeno a parole, le aziende guardino tutte nella stessa direzione, ma tra il dire e il fare c’è come sempre il mare. Lei come si sta muovendo in Vaillant per passare dalle buone intenzioni alle buone azioni?
Innanzitutto, comunichiamo. Due volte l’anno – a luglio e dicembre – organizziamo i nostri meeting people, dove condividiamo con tutti i circa 140 dipendenti progetti, aspirazioni e visioni. Visioni che diventano il fulcro anche delle convention con la nostra rete di agenti e i nostri migliori centri di assistenza. Di fatto coltiviamo intensamente il dialogo tra le persone e i reparti, e per farlo in ogni appuntamento individuiamo un tema con spunti ispirazionali che – soprattutto per quello di fine anno – ci definiscano nel tempo.

Mi spiega meglio la questione dei temi?
Ho voluto seguire una sorta di fil rouge, anche se la situazione negli anni è cambiata così repentinamente da dovermi adattare in corsa di volta in volta. A partire dal fatto che se prima i nostri meeting people si tenevano in presenza, proprio per agevolare l’interazione diretta, negli ultimi due anni abbiamo dovuto incontrarci online. Il 19 luglio invece si torna in presenza. Anche gli alti e i bassi dell’andamento del mercato che hanno impattato negativamente sui conti aziendali – come, ad esempio, la fusione tra i due marchi Hermann e Saunier Duval del 2012 – hanno offerto spunti di riflessione. In Vaillant non ci siamo mai nascosti le difficoltà. Nel 2015…

L’intervista continua sul numero di Business People di luglio/agosto

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