Massimo Bruno: l’impegno di FS per la D&I

Creare valore, non solo per l’azienda, ma per la comunità, i territori, le persone. È l’obiettivo delle iniziative per la diversity & inclusion portate avanti dal Gruppo, come racconta il Chief Corporate Affairs Officer

All’interno del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane lavorano oltre 80 mila persone, un team che rappresenta nella sua globalità uno specchio fedele del Paese nelle sue diversità e specificità di genere, età, appartenenza geografica, background formativo, solo per citarne alcune. «L’inclusione di tutte queste differenze è una sfida e una scelta consapevole e concreta», dichiara Massimo Bruno, che di FS è il Chief Corporate Affairs Officer. «La attuiamo ogni giorno attraverso azioni e interventi strutturali che si rivolgono sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione e che impattano sul contesto sociale. Questo ci permette di promuovere azioni che migliorano la vita delle persone grazie all’attivazione della rete di relazioni che le circondano. Una rete che è in grado di offrire supporto, protezione, incoraggiamento e ispirazione e che può rendere la società, l’azienda, un posto più inclusivo, in cui i diritti e le specificità di ognuno sono riconosciuti, rispettati e nessuna forma di discriminazione tollerata».

Qual è stato il primo aspetto su cui vi siete concentrati sul fronte D&I?
Come tutte le aziende tecniche, nelle quali è forte la richiesta di competenze Stem ad alta specializzazione, il bilanciamento di genere è sempre stato un tema e lo è ancora oggi. Abbiamo, quindi, sviluppato molte progettualità per aumentare la presenza delle donne, a partire da uno studio sulle barriere sociali e culturali che le hanno tenute lontane da determinati mestieri e un employer branding che valorizzasse le opportunità professionali di FS in ottica inclusiva. Utilizziamo le leve dello sviluppo, della formazione e della conciliazione vita lavoro. Quest’ultimo è un tema che va affrontato guardando all’altra metà della realtà: il ruolo maschile e le responsabilità condivise della genitorialità e, in generale, del caregiving. Per questo abbiamo creato una proposta formativa indirizzata sia alle neomamme che ai neopapà. Il lavoro sulla Gender Equality ha come base la creazione di obiettivi quantitativi precisi di medio-lungo periodo per aumentare la presenza delle donne nell’organizzazione, partendo dalle nostre manager. Su quest’ultimo punto ci siamo dati il target del 30% di posizioni manageriali femminili da raggiungere entro il 2023. Per raggiungere tali obiettivi è importante lavorare sulla rete di persone, risorse e connessioni che sta intorno alla leadership femminile, sensibilizzando gli uomini alla responsabilità di ognuno nella promozione dell’inclusione e della parità. L’attenzione è rivolta anche al clima di lavoro in cui le donne si trovano ogni giorno. A questo proposito il Gruppo FS si è dotato di un codice di condotta contro le molestie sessuali nei luoghi di lavoro, istituendo la figura della Consigliera di Fiducia, professionista esterna avente il compito di aiutare le persone del Gruppo attraverso procedure formalizzate e supporto psicologico.

Prevedete sviluppi per l’iniziativa Women in Motion?
Dal 2017 grazie a Women in Motion abbiamo incontrato più di 17 mila studenti e studentesse in 60 città e 18 regioni. Continuiamo con la nostra campagna di innovazione sociale e orientamento perché siamo convinti che per creare un cambiamento concreto non basti agire sul presente, ma sia importante guardare al futuro. Stiamo quindi intercettando le giovani generazioni, offrendo loro modelli inclusivi Stem che possano ispirarli e motivarli a immaginarsi in ruoli e percorsi professionali che non avrebbero pensato possibili. Non vogliamo “convincere” nessuno: vogliamo presentare delle opportunità in cui è il merito e non il genere a fare da guida. Il progetto è iniziato presentando alle scuole dei modelli di leadership femminile, con le colleghe FS che si raccontavano a una platea esclusivamente di studentesse. Ma non era sufficiente per velocizzare il cambiamento culturale che volevamo vedere in atto: era necessario includere anche i loro compagni di banco. Nel 2022 prevediamo di proporre anche un role modeling maschile per raggiungere un duplice obbiettivo: presentare in chiave inclusiva i nostri percorsi professionali, e sensibilizzare i giovani alla parità di genere.

L’azienda è stata inclusa nella top20 del Diversity Brand Index 2022, cosa significa per FS?
È un riconoscimento di tutto l’impegno che mettiamo ogni giorno per portare avanti azioni inclusive che abbiano quella doppia valenza, interno/esterno, che per un’azienda con la nostra responsabilità d’impresa diventa centrale. Siamo stati selezionati soprattutto per l’impegno a supporto delle persone che vivono una condizione di vulnerabilità. Il DBI è una occasione per diffondere i nostri modelli di intervento e collaborazione tra impresa, terzo settore e istituzioni in modo che possano essere di ispirazione per le altre aziende. D’altro canto, il confronto è una fonte di apprendimento importante per la nostra crescita e le iniziative promosse dalle altre imprese premiate sono per noi un’opportunità di scambio e di miglioramento continuo.

A livello europeo, il settore dei trasporti conta una presenza femminile di poco superiore al 20%. Come si posiziona FS in questo contesto?
Essere un’azienda tecnica che opera nel settore dei trasporti e della mobilità rende sfidante raggiungere il bilanciamento di genere non solo Italia, per questo il dibattito è condiviso a livello europeo. La Commissione Ue ha adottato per il periodo 2020-2025 una strategia sulla parità di genere con focus sicurezza, stereotipi e gap nel mercato del lavoro. Con questi obiettivi si è istituita la Piattaforma Europea Women in Transport, per un costante scambio di buone prassi e condivisione di azioni e progetti. Il Gruppo FS negli anni si è distinto per la molteplicità di iniziative portate avanti, che gli hanno consentito di giocare un ruolo da protagonista, rappresentando una fonte di ispirazione per gli altri attori. Non dimentichiamo, inoltre, che il Gruppo vanta una costante presenza ai tavoli di lavoro internazionali, sia in prima persona che attraverso le associazioni di cui è parte. Ciò ci consente di presidiare le relazioni istituzionali con i principali player, esprimendo la nostra voce nella delicata opera di consolidamento del contesto normativo europeo, per conferire un contributo di valore al percorso di integrazione.

Quali sono le priorità al centro della vostra People Strategy in ottica di diversity&inclusion per il 2022?
Continuiamo a guardare al bilanciamento di genere come a uno degli obiettivi strategici in ottica di crescita dell’innovazione e competitività dell’azienda. Continueremo a lavorare, inoltre, all’abilitazione di tutte le persone nel riconoscere i segnali anche deboli di abuso e violenza, per dare strumenti concreti che consentano di individuare le situazioni critiche e prevenirle. Inoltre, stiamo aumentando i servizi di caring, andando a sviluppare quelle life skill strategiche che possono migliorare la vita di ogni giorno. Inizieremo con un percorso sulla mindfulness, per dare nel corso dell’anno spazio ai temi dell’autenticità, della gentilezza, della gestione dello stress. Parimenti verranno lanciati programmi dedicati ai sani stili di vita, partendo alla prevenzione e dall’alimentazione, per tutte le fasce d’età; dedicheremo specifici focus alla conciliazione vita-lavoro per genitori e caregiver, per migliorare la motivazione e il senso di autoefficacia personale di chi si prende cura dei propri cari. Un altro tema sarà la facilitazione del dialogo intergenerazionale, dal momento che in azienda assistiamo a grandi cambiamenti e alla presenza contestuale di almeno quattro generazioni, ognuna di esse con specifiche caratteristiche e aspetti valoriali. La sfida sarà diffondere tecniche pratiche per favorire il confronto e massimizzare l’efficacia di team in cui le differenze di età sono ampie, come fonte di arricchimento reciproco e miglioramento della performance.

Non si può dimenticare un altro aspetto dell’inclusione, i progetti per chi si trova ai margini della società…
Il valore della solidarietà è uno dei capisaldi di FS Italiane. L’emergenza sanitaria e l’aggravarsi del contesto socioeconomico ha reso ancora più attuale la necessità di realizzare progetti a sostegno di chi è più vulnerabile. Da noi il valore della solidarietà e dell’inclusione si esprime anche mediante l’attivazione di politiche sociali, soprattutto nelle aree ferroviarie. È proprio in questi luoghi che, mediante la collaborazione tra il terzo settore e gli enti locali, il Gruppo ha messo a disposizione i propri spazi per creare degli sportelli di ascolto a bassa soglia, i nostri Help Center, il cui obiettivo è dare riposte al crescente fenomeno di marginalità sociale. Nella loro realtà quotidiana, gli Help Center, si occupano di prendere in carico i bisogni e le necessità di persone appartenenti alle fasce più deboli e vulnerabili della società per accompagnarle verso percorsi di recupero. La rete si estende oggi dal Nord al Sud per un totale di 18 stazioni, con una superficie totale di 4.200 metri quadrati. Agli stessi principi si ispirano i centri di accoglienza sorti all’interno di locali ferroviari non utilizzati gestiti dall’associazionismo italiano. Così hanno preso vita esperienze sociali di pregio tra cui l’Ostello Don Luigi Di Liegro a Roma e il Centro di Rifugio a Milano, entrambi concessi in comodato d’uso gratuito alla Caritas. Esperienze analoghe sono il Centro di Accoglienza diurno Binario 95 e quello per i richiedenti asilo e rifugiati politici, entrambi a Roma. Con l’attuazione di tali progetti il Gruppo definisce un modello di intervento che mira a reinterpretare il concetto stesso di responsabilità sociale, il cui obiettivo ultimo è la creazione di valore condiviso per FS, per gli stakeholder di riferimento, ma soprattutto per le comunità, i territori, le persone.

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