La forza dell’autenticità

È quella che ha guidato nel corso della sua carriera l’attuale General Manager Southern Europe di Beiersdorf, che sottolinea: la vera essenza della leadership è la capacità di ispirare gli altri

La forza dell'autenticità: la leadership secondo Anna GrassanoGeneral Manager Southern Europe da gennaio 2024, la carriera di Anna Grassano in Beiersdorf è iniziata nel 2001. In questi anni ha contribuito allo sviluppo dei brand Nivea e Labello e alla creazione della Region Europe & NA

Una leadership autentica come leva strategica per guidare il cambiamento. Anna Grassano, General Manager Southern Europe di Beiersdorf, racconta il proprio percorso professionale, fatto di visione, ascolto e valorizzazione del talento. Un esempio di come la leadership al femminile possa coniugare risultati, etica e sviluppo delle persone, superando stereotipi e barriere ancora presenti nel mondo del management (ma, assicura lei, non in Beiersdorf).

Entrata in Beiersdorf nel 2001, da allora la sua carriera in azienda è stata segnata da una crescita continua. Qual è lo stile di leadership che l’ha aiutata in questo percorso?
Nel corso della mia carriera in azienda ho avuto l’opportunità di lavorare sotto la guida di quattro diversi Ceo, ognuno con uno stile di leadership differente. Questo mi ha insegnato l’importanza della flessibilità e dell’adattamento, pur mantenendo sempre saldi i miei valori personali. È anche perché mi è sempre stata data la possibilità di restare fedele a me stessa che sono rimasta tanto a lungo. Se dovessi definire il mio stile, direi che è basato sulla collaborazione e sulla comunicazione, aspetti che ritengo fortemente legati a un approccio femminile alla leadership. Non ho mai cercato di imitare modelli maschili per avanzare nella carriera; al contrario, credo che promuovere il dialogo e la cooperazione favorisca la creatività e il senso di responsabilità condivisa. I risultati dei nostri sondaggi interni confermano questa impostazione: il team si sente valorizzato e responsabilizzato, con un forte senso di appartenenza.

Quindi, per quella che è la sua esperienza, ritiene ci sia effettivamente una differenza nel modo di interpretare il concetto di leadership tra uomini e donne?
Credo che esistano delle differenze, ma siano complementari. Anche se non è sempre possibile generalizzare, ho osservato, per esempio, che spesso gli uomini sono più efficaci nel networking e tendono a iniziare le presentazioni partendo subito dai numeri, dai risultati. Le donne, invece, pur avendo piena padronanza dei dati, preferiscono raccontare una storia, un percorso, un’emozione. In generale, le donne sono più orientate alla valorizzazione del team e meno propense mettere in mostra le proprie capacità. Questo può rappresentare un limite, perché spesso parliamo meno dei nostri successi rispetto agli uomini. Fortunatamente, vedo che le nuove generazioni stanno colmando questa distanza.

Oltre ad aver lavorato con quattro diversi Ceo in azienda, prima di entrare in Beiersdorf ha maturato esperienza in diversi settori e in diversi Paesi. Che differenze ha rilevato nello stile di leadership nei diversi contesti?
È vero, nel corso della mia carriera ho lavorato in diversi Paesi. In Nord Europa ho riscontrato una leadership più inclusiva e orientata all’empowerment, mentre nel Sud Europa permane, in alcuni casi, una maggiore centralizzazione del potere nelle mani del “capo”. Tuttavia, le differenze tra Paesi si stanno attenuando. Oggi il dibattito è sempre più focalizzato su quale sia il modello di leadership adatto al futuro, indipendentemente dalla geografia. Questo approccio, a mio avviso, è decisamente più interessante e costruttivo.

Leadership. Donne al potere o di potere?

A questo proposito, quali sono secondo lei le qualità indispensabili per il leader del futuro?
Un leader, prima di tutto, deve essere fonte di ispirazione. Non deve occuparsi semplicemente delle attività operative del team, ma creare un ambiente inclusivo dove ciascuno possa esprimere il proprio contributo. L’ascolto attivo è una qualità essenziale. Oltre a fornire una direzione chiara, il leader deve poi saper trasmettere una visione ambiziosa e coinvolgente, capace di far sognare e motivare le persone. Questo, per me, rappresenta la vera essenza della leadership.

Qual è la lezione più importante sulla leadership che ha appreso nel corso della sua carriera?
L’autenticità. È un concetto molto citato, ma non sempre realmente praticato. Essere autentici significa essere trasparenti, sinceri e coerenti ogni giorno, non solo nelle grandi occasioni. È impossibile recitare un ruolo ogni giorno, le persone avvertono se chi le guida è genuino. Giorno dopo giorno, percepiscono immediatamente l’uniformità tra ciò che si dice e ciò che si fa. L’autenticità si manifesta anche nel piacere che si prova nel proprio lavoro, nella relazione sincera con il team e nella capacità di affrontare anche i momenti difficili restando fedeli ai propri valori. Solo così si costruisce la fiducia, sia con i collaboratori che con i superiori e i colleghi. In Beiersdorf, la cultura aziendale valorizza molto l’ascolto e il rispetto reciproco, e questo contribuisce a creare un ambiente positivo. Personalmente, ho cercato di integrare a questa cultura il valore della comunicazione, della condivisione, dell’empowerment e della creatività.

C’è una figura cui si ispira?
Non ho un’unica figura di riferimento, ma sono sempre stata ispirata dalle donne che ho incontrato, sia nella sfera professionale che personale. In particolare, porto con me il modello delle donne francesi che ho conosciuto da bambina a Parigi: professioniste capaci di gestire famiglia e carriera con apparente leggerezza, trasmettendo un senso di serenità e positività che ammiravo molto e che ho cercato di fare mio.

Per la sua esperienza, qual è l’errore più comune che riscontra tra le donne che ricoprono ruoli di rilievo?
Spesso le donne tendono a non valorizzare adeguatamente i propri risultati e competenze. È fondamentale saper comunicare ciò che si sa fare e avere il coraggio di credere nelle proprie capacità, senza autolimitazioni. Dobbiamo essere convinte noi per prime di poter fare tutto ciò che fanno gli uomini. La fiducia in sé stesse è il primo passo per intraprendere percorsi di crescita.

Negli ultimi anni le aziende hanno adottato molte iniziative per promuovere la leadership femminile. Secondo la sua esperienza, questi sforzi hanno portato a reali progressi?
Io posso parlare per la realtà in cui lavoro e devo dire che in Beiersdorf, i progressi fatti sono tangibili. Grazie anche alla visione del nostro Ceo Vincent Warnery, oggi in azienda le donne rappresentano oltre il 50% della forza lavoro, ruoli di vertice compresi, anche in aree tradizionalmente maschili come la finanza, la supply chain e la gestione degli stabilimenti. Tanto che in Italia, per esempio, abbiamo recentemente ottenuto la Certificazione per la Parità di genere con un punteggio di 92 su 100. Per me, tuttavia, è ancora più importante guardare a ciò che facciamo per il futuro: è fondamentale offrire programmi di formazione, job rotation e opportunità di sviluppo che incoraggino le donne a sperimentarsi in ambiti diversi. Personalmente, seguo un gruppo di talenti femminili come mentor, aiutandole a esplorare nuove possibilità di carriera e ad acquisire sicurezza. È un impegno costante che porto avanti con grande convinzione.

Parlando di gender gap, quali ritiene che siano le problematiche più urgenti da affrontare per riuscire a colmarlo?
Molto dipende dal contesto Paese. In Italia, a mio avviso, occorrerebbero migliori politiche di welfare, sull’esempio di altri Stati europei quali la Germania o la Francia. Anche le aziende, però, possono e devono fare la loro parte, supportando concretamente le famiglie. E sottolineo, famiglie, perché la gestione dei figli non è una responsabilità tutta femminile, ma deve coinvolgere l’intero nucleo familiare.


Questa intervista è tratta dallo speciale Donne al potere o di potere? di Business People di luglio-agosto 2025, scarica il numero o abbonati qui

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