Elisa Polesello (Arrex): la mia leadership si basa sull’ascolto

Così la manager interpreta il suo ruolo di amministratore delegato dell’azienda di arredi per la cucina, persuasa che la vera leadership passi dalla capacità di fare intravedere la passione per quello che si fa

Elisa PoleselloEntrata in azienda oltre 15 anni fa, dopo la laurea in Psicologia conseguita all’Università di Padova, Elisa Polesello è divenuta amministratore delegato di Arrex nel 2016

Quando nel 2016 Elisa Polesello è divenuta amministratore delegato di Arrex, azienda di mobili d’arredo per cucina fondata dal padre e altri soci nel 1973, non solo era una delle poche donne in un mondo a forte prevalenza maschile, ma scontava anche il “peccato” di essere considerata molto, forse troppo, giovane per un simile ruolo. Ma non si è lasciata scoraggiare e con umiltà e pazienza è riuscita ad affermare la sua visione di leadership, intesa come «capacità di ispirare e guidare un gruppo verso un obiettivo comune, mantenendo alta la motivazione e valorizzando il contributo di ogni membro del team». Niente a che vedere, dunque, con i concetti di autorità e controllo. Perché, spiega Polesello, «la vera leadership non riguarda l’imposizione delle proprie idee, ma la capacità di ascoltare, comprendere e adattarsi alle esigenze della propria squadra e del mercato».

Come concretizza questa concezione di leadership nel suo ruolo di a.d. in Arrex?
Nel mio lavoro quotidiano questa idea si traduce in un approccio inclusivo, collaborativo e proattivo. Mi impegno a creare un ambiente di lavoro dove ogni dipendente si senta valorizzato e parte integrante del successo dell’azienda. Promuovo la trasparenza e la comunicazione aperta, incoraggiando il feedback costruttivo e l’innovazione. Credo fermamente nell’importanza di dare l’esempio e nella necessità di sostenere attivamente lo sviluppo professionale dei miei collaboratori. Sono passati ormai praticamente otto anni da quando si è assunta la responsabilità di guidare l’azienda.

Come si è evoluto – se si è evoluto – il suo approccio?
Certo che si è evoluto, e ancora lo farà in futuro sulla base delle esperienze che farò e delle persone che incontrerò. Lavoro con un team di giovani talenti e stiamo crescendo tutti insieme, è quindi inevitabile che lo stile e l’approccio alla leadership cambino. Per esempio, ammetto che inizialmente facevo fatica ad ascoltare, a dare fiducia alle proposte degli altri, mentre ora ho imparato che fare brainstorming è il modo ideale, e spesso anche il più divertente, per far emergere le idee migliori. Anche perché, al contrario di quanto sostengono molti, in azienda abbiamo tanti giovani che dimostrano ogni giorno una gran voglia di lavorare e fare bene, e che contribuiscono al successo di Arrex portando il loro modo personale di vedere le cose e affrontare i problemi.

Ha rilevato anche la necessità adattare lo stile di leadership a seconda dei contesti?
Molto dipende dalle persone con cui mi trovo. Quando sono con il mio team, con cui lavoro quotidianamente, posso permettermi uno stile più “rilassato”, che lascia spazio a qualche risata prima di mettersi a lavorare a testa bassa. In occasione di riunioni con persone più mature, devo tenere conto del fatto che hanno vissuto un contesto completamente diverso da quello attuale, in cui le donne avevano un ruolo marginale. Per questo con loro ricordo di tenere un approccio sempre collaborativo, ma meno informale.

C’è una persona che rappresenta per lei un esempio di leadership positiva da seguire?
Senza dubbio mio padre, Flavio Polesello. La sua dedizione, integrità e capacità di visione hanno costruito le fondamenta dell’azienda. Ripeteva sempre come bisognasse crescere giovani visionari e puntare tutto su di loro. Ho sempre ammirato il suo modo di guidare con umiltà e rispetto per tutti i dipendenti, creando un senso di appartenenza e orgoglio all’interno dell’azienda. Mi permetto di aggiungere che una figura molto importante per me è anche mio marito Gino Nardin: è sempre al mio fianco, a casa e al lavoro, è la mia valvola motivazionale, mi ricorda di non lasciarmi abbattere dagli ostacoli e il suo costante sostegno mi aiuta ad affrontare le sfide quotidiane con determinazione e coraggio. In azienda da molti anni, attualmente è il responsabile acquisti. La sua presenza e il suo contributo professionale sono fondamentali non solo per me, ma anche per il successo di Arrex. La nostra sfida quotidiana è quella di garantire uno stabile equilibrio tra carriera e vita familiare per i nostri due bambini.

Elisa Polesello, a.d. di arrex, con il team

Elisa Polesello ritratta con il suo team in occasione dell’edizione 2024 del Salone del Mobile di Milano

A proposito di grandi leader… C’è un aspetto che, secondo lei, li accomuna tutti a prescindere dal loro modo di essere tali?
Direi l’empatia. La capacità di mettersi nei panni degli altri, di capire le loro esigenze e di rispondere in modo adeguato, è fondamentale per costruire relazioni di fiducia e rispetto. L’empatia permette ai leader di creare un ambiente di lavoro armonioso e produttivo, dove le persone si sentono ascoltate e supportate.

Pur ammirandolo e seguendo il suo esempio, nel passaggio di testimone da suo padre a lei c’è stato un cambiamento in termini di stile di leadership?
Sicuramente sì. Mentre mio padre aveva un approccio più tradizionale e gerarchico, io ho introdotto uno stile più moderno e partecipativo, basato sulla collaborazione e l’innovazione. Come accennavo, organizzo molte riunioni e brainstorming per cercare di tirare fuori il meglio da ognuno, ci confrontiamo e arriviamo tutti insieme a una soluzione finale. Però c’è anche qualcosa che non è cambiato: il nostro impegno verso la qualità, l’integrità e il rispetto per i dipendenti e i clienti. L’empatia e la capacità di sognare, la volontà di inseguire i propri sogni e trasmetterli agli altri. Questi valori fondamentali continuano a guidare ogni nostra decisione.

In quanto donna e figlia di uno dei fondatori, che tipo di pregiudizi ha dovuto superare quando ha assunto la guida dell’azienda perché fosse riconosciuta la sua leadership?
Le sfide da superare sono state diverse. Ho dovuto dimostrare di essere capace e competente in un settore tradizionalmente dominato dagli uomini, superando pregiudizi legati al mio genere e alla mia età. È semplicistico dire che non abbiamo ancora raggiunto la parità di genere, ma è un dato di fatto che spesso noi donne dobbiamo faticare di più per ottenere fiducia, soprattutto da parte delle generazioni più mature. Ho lavorato duramente per guadagnarmi il rispetto dei miei colleghi e partner commerciali, dimostrando con i fatti che ero in grado di portare avanti l’eredità di mio padre e innovare l’azienda. Per diversi anni ho osservato tutto il sistema cercando di imparare quanto più possibile, poi sono partita seguendo un mio stile ben definito. Non sono mancate occasioni in cui ho dovuto ascoltare e persino acconsentire a idee che ritenevo datate, per poi “lavorare di lima” per portare i cambiamenti che avevo in mente nelle procedure o anche nelle strumentazioni, dimostrandone i vantaggi. Per fortuna, ora che ho conquistato la fiducia del mio team, questo tipo di remore vengono appianate molto più velocemente.

Ritiene, come fanno molti, che ci sia un differente modo di intendere e vivere la leadership a seconda del genere di appartenenza?
Sì, credo che ci siano differenze nel modo di interpretare la leadership a seconda del genere, ma non penso che uno sia necessariamente migliore dell’altro. Le donne, per esempio, tendono a essere più collaborative e orientate al team, mentre gli uomini possono avere un approccio più diretto e competitivo. Tuttavia, penso che la vera forza risieda nella capacità di integrare questi diversi stili, sfruttando i punti di forza di entrambi i generi per creare un ambiente di lavoro equilibrato e inclusivo.

Quale consiglio si sentirebbe di dare ai giovani per valorizzare la loro ambizione a diventare dei leader e per crescere come tali?
Di essere sempre curiosi e aperti all’apprendimento. Non abbiate paura di prendervi dei rischi e di fare errori, perché sono parte integrante del processo di crescita. Cercate mentori che possano guidarvi e ispirarvi, ma soprattutto, siate fedeli a voi stessi e ai vostri valori. La leadership autentica nasce dalla passione, dall’integrità e dalla volontà di fare la differenza.


Questa intervista a Elisa Polesello è tratta da Leadership. Il femminile al plurale, inserto di Business People di luglio-agosto 2024. Scarica il numero o abbonati qui

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