Manageritalia, Carella confermato presidente

Rieletto alla guida dell'associazione dei dirigenti italiani per il periodo 2016-2020: servono imprenditori e manager che vogliano e sappiano prendersi il rischio di cambiare davvero. Antonella Portalupi e Mario Mantovani sono i vicepresidenti

Guido Carella è stato rieletto presidente di Manageritalia per il periodo 2016-2020 nel corso dell’87a assemblea dell’associazione dei dirigenti italiani. Oltre a confermare Carella per il secondo mandato, gli oltre 200 delegati provenienti da tutt’Italia – in rappresentanza dei 35 mila soci – hanno scelto per la vicepresidenza Antonella Portalupi e Mario Mantovani. Come è emerso dall’intervento di apertura e dal dibattito che ne è seguito, per rilanciare l’economia oggi non bastano più spirito imprenditoriale, idee e creatività. Le aziende italiane che competono in modo vincente sui mercati globali, e ce ne sono, anche se troppo poche, dimostrano che servono anche e soprattutto managerialità e bravi manager. «L’Italia ha bisogno di cambiare mentalità. Innanzitutto occorre individuare leader, imprenditori, manager, ma anche politici, che vogliano prendersi la responsabilità e il rischio di innovare e cambiare davvero», ha detto il presidente nel discorso introduttivo. «Per crescere», ha continuato Carella, «i manager, dirigenti pubblici e privati, hanno un ruolo determinante. Senza la loro guida non è possibile sviluppare e cambiare i business e aumentare il valore prodotto, aumentare la produttività, sempre più guidata dal prendersi il “rischio” di fare investimenti e innovazione. E questo devono farlo imprenditori e manager che si mettano davvero in gioco, rischiando “intelligentemente” e sapendo dare alle persone ancoraggi certi e ragioni vere per cambiare. Manager e imprenditori così ne abbiamo e dobbiamo dargli spazio e fiducia anche per farne crescere di nuovi. La nostra economia è sottomanagerializzata e oggi senza una vera gestione manageriale non si entra nelle reti e catene del valore a livello globale». GLI OSTACOLI. Certo, è emerso e forte, che serve anche un ecosistema che non ostacoli ma favorisca l’innovazione. Che superi i ben noti freni dati da burocrazia, fisco oppressivo, evasione e illegalità per andare verso una concorrenza vera che premi i più meritevoli a vantaggio di tutti. «Però dobbiamo anche rimettere al centro il ruolo di un sindacato e una contrattazione moderna», è stata la conclusione di Carella. «Il nostro contratto, quello dei dirigenti del terziario, è oggi moderno e capace di valorizzare le persone, privo di rigidità e regolamentazioni eccessive, forte di una flessibilità ampia e positiva e di un welfare innovativo. Vero strumento per creare e consolidare rapporti basati su fiducia e valore scambiato. E di contrati nazionali e sindacati al passo e addirittura anticipatori dei tempi, che abbandonino le rigidità e innovino, ne abbiamo assoluto bisogno per crescere. Nei nostri programmi futuri c’è una continua innovazione nel nostro ruolo sindacale con un contratto e servizi sempre più innovativi e un’ulteriore accelerazione per portare sempre più e meglio il contributo del management a livello economico e sociale per la ripresa del Paese».

© Riproduzione riservata