Management femminile: Elisa Soggia racconta la sua esperienza imprenditoriale nel Digital Marketing

Dati Istat del 2022 hanno messo ancora in evidenza la differenza salariale tra uomo e donna, registrando una retribuzione oraria media di 15,2 euro per le donne e 16,2 per gli uomini.

Nel caso di figure dirigenziali, questo gap sembra essere ancora più grande, con una differenza del 27,3%, ovviamente sempre a favore degli uomini.

Siamo così avanti nel progresso, possiamo ritenerci una società orientata al futuro e si parla sempre di uguaglianza tra uomo e donna, di diritti di uguaglianza, eppure i dati dimostrano ancora una volta che le cose sono ben diverse.

La verità è che, nonostante siamo nel 2023 e certi diritti ormai sembrano assodati e scontati, nella pratica manca ancora qualcosa. Le donne, per quanto vogliamo crederci o meno, devono impiegare molta fatica prima di riuscire a conquistare qualche successo lavorativo.

Raggiungere il successo non è certo impossibile: le difficoltà esistono, sono molte e forse più di quelle che vengono poste davanti agli uomini, ma il progresso non si ferma e donne di tutto il mondo riescono a volte a raggiungere grandi obiettivi e portare avanti lotte di successo.

È questo il caso di Elisa Soggia, oggi CEO di LinkJuice, agenzia di Marketing che nello specifico si occupa di Link Building, Digital PR e Online Media Relations.

Abbiamo fatto una chiacchierata con Elisa per parlare di imprenditoria femminile e del suo lavoro.

Elisa, qual è stato il tuo primo approccio con il Digital Marketing?
Mi sono approcciata al Digital Marketing come Copywriter, proprio perché mi appassionavano l’editoria, la SEO e la creazione di contenuti.

Ci racconta Elisa, spiegandoci poi nel dettaglio che è nata come Sales nel settore delle telecomunicazioni nel 2006. Fino al 2012, poi, si è occupata di vendite offline, finché non è entrata in Xool Digital Company come Sales Account in Cityfan.

La sua è una storia in salita, partendo dalla rete vendita, arrivando a sviluppare da qui le sue conoscenze in fatto di SEO e Copywriting, scoprendo in questo periodo le dinamiche e il mondo dell’editoria online.

Nel 2016, ad arricchire la sua esperienza e soprattutto le sue passioni, Elisa incontra anche il mondo delle Digital PR in Urbanpost, una testata giornalistica online che le permette di incrementare le sue capacità in fatto di Copywriting, ma anche di approfondire tutta la conoscenza che c’è dietro al mondo dei progetti editoriali.

Nel 2017 Elisa inizia a provare un forte interesse per il posizionamento dei brand sui motori di ricerca e Xool, per la quale ancora lavora, le permette di creare così il suo primo progetto.

Perciò, il 4 dicembre 2018, nasce ufficialmente a Livorno LinkJuice, inizialmente come agenzia per il posizionamento sui motori di ricerca attraverso la SEO off site, poi sviluppando ulteriori verticalizzazioni, fino a diventare una realtà poliedrica.

Dal rapporto con gli editori e i siti su cui pubblicare articoli per la link building, è stato, infatti, naturale sviluppare anche un business incentrato sulle Digital PR e le Online Media Relation.

La scelta della città ci ha incuriositi, non essendo una grande metropoli, dove spesso è più facile riuscire a realizzare certi progetti, per questo abbiamo voluto chiedere a Elisa perché proprio Livorno, nonostante la vocazione internazionale.

Livorno è la mia città, la amo follemente e non vorrei vivere in nessun altro luogo. Dal punto di vista della digitalizzazione purtroppo è ancora molto indietro, infatti mi piacerebbe molto poter dare un contributo organizzando corsi di digitalizzazione nelle scuole o corsi di ABC del digitale per i piccoli imprenditori. Purtroppo non è semplice, ma non mollo.

Elisa parla di portare la digitalizzazione nelle scuole, del suo desiderio di aiutare questo paese a evolversi tramite la formazione, con le dovute conoscenze di uno strumento ad oggi estremamente importante.

Come lei, infatti, chiunque un giorno può diventare un imprenditore, indipendentemente dal suo grado sociale: è questa la forza e la convinzione che l’ha spinta ad affrontare un mondo prettamente maschile, fino a raggiungere i suoi obiettivi.

Cosa significa per te essere una donna imprenditrice a capo di un’azienda?
Significa avere esperienze da mostrare, soluzioni da sviluppare, equilibri da creare e risultati da garantire, sia che si parli di Team che di clienti.

Cosa pensi della situazione italiana per quanto riguarda l’imprenditoria femminile? Ci sono delle differenze rispetto all’estero?
Le donne stanno “guadagnando terreno”, per dirla in maniera simpatica, anche se purtroppo ancora oggi per una donna intraprendere una carriera da imprenditrice è una scelta dura.
Conciliare vita privata e lavorativa non è semplice, e purtroppo è ancora molto vero che dalle donne ci si aspetta che lavorino come se non avessero figli e crescono i figli come se non avessero un lavoro. Mi piacerebbe vedere, oltre alle giovani imprenditrici che si stanno affacciando al mondo dell’imprenditoria femminile, anche donne più grandi, già con una famiglia alle spalle e mi piacerebbe vederle supportate dallo Stato nel ruolo di madri.

Elisa è anche madre, oltre che donna e imprenditrice, e ci mette di fronte alla realtà che tutte le persone come lei si trovano a dover affrontare nell’effettivo: diventare imprenditori, già di per sé, non è semplice, ma quando hai a carico anche una famiglia può diventare un’impresa titanica.

Questi elementi, infatti, non sono inscindibili e per una donna fanno molto la differenza, visto che la presenza materna nella vita dei propri figli è fondamentale tanto quanto quella di un CEO in un’azienda.

Si è portati spesso a distinguere lavoro e privato: ha davvero senso oggi, soprattutto per le donne?
Ringrazio il cielo di avere un’azienda che mi permette di essere attiva nella vita dei miei figli. Con il COVID, ad esempio, non so come avrei potuto fare da dipendente e ho visto moltissime madri soffrire, barcamenandosi tra ferie e permessi che non avevano più.
Essere un’imprenditrice è stata la mia salvezza, vero è che se mi capita di avere molti impegni famigliari mi trovo spesso a lavorare di notte, ma in ogni caso mi reputo molto fortunata, sono consapevole che non tutte hanno questa opportunità.

Secondo te, in Italia, c’è ancora pregiudizio quando qualcuno si approccia al tema donne e potere?
C’è ancora, in alcuni casi, una visione preistorica sulla donna a capo di un’azienda, ma le cose stanno migliorando. Il problema principale è la mancanza di supporto verso la donna imprenditrice, quel supporto che le permetta di conciliare il ruolo di imprenditrice e il ruolo di gestore familiare. Questo discorso è estendibile a tutte le lavoratrici che sono anche madri, la donna non è supportata a sufficienza.

Nella tua carriera, ci sono stati degli episodi in cui ti hanno fatto sentire “diversa” in quanto donna?
Ricordo che all’inizio fu dura, perché ero una delle poche donne nel mio mondo. È capitato di trovarmi a un tavolo di soli uomini che guardavano solo i miei soci maschi e non me, quando ero io a capo del progetto ed era con me che dovevano parlare. Mi è capitato di essere zittita o di essere esclusa automaticamente da una conversazione.
In ogni caso sono sempre stata una persona che ha molto da dire e un temperamento non proprio mansueto, non mi ha creato grandi squilibri.

Quindi, credi che il mondo del lavoro sia ancora un mondo maschilista?
Non in termini di presenza femminile, ma ancora quasi il 50% delle donne abbandona la propria posizione lavorativa dopo essere diventata madre ad esempio. Ci si aspetta che la madre affidi alle cure di altri un bambino di 4 mesi al massimo e che torni a lavorare come prima della maternità, è follia! Ho avuto la fortuna di crescere il mio primo figlio lavorando in smart working al bisogno, il secondo è cresciuto in ufficio accanto a me tra un pisolino e un pasto. Darò la stessa possibilità ad ognuna delle donne che lavorano con me, ma non è detto che questo sia il loro desiderio, in quel caso troveremo soluzioni idonee ed alternative, però non tutte le aziende hanno una visione come la mia.

È evidente a questo punto quale sia la posizione di Elisa in merito all’imprenditoria femminile e al mondo del lavoro per le donne in generale. Come ci ha raccontato, la sua non è stata un’esperienza semplice ma ha avuto la fortuna di avere un carattere forte, in grado di aiutarla a far fronte a certe discriminazioni e problematiche.

Il mondo del lavoro, poi, non le ha impedito di impegnarsi con la stessa forza anche nell’ambito familiare, come madre. Proprio l’essere madre e donna, prima di ogni cosa, è qualcosa a cui Elisa si dimostra molto legata.

Il lavoro rappresenta un aspetto importante di ogni persona: ma questo non è certo l’unico aspetto della vita.. Una persona è tale in quanto essere umano, nella sua completezza, e una donna lavoratrice è anche tante altre cose fuori dall’ufficio, che non hanno meno valore di ciò che ha alla scrivania.

Parlando con Elisa abbiamo  avuto modo di parlare del Team di LinkJuice e abbiamo notato una grande prevalenza femminile. Ci siamo chiesti immediatamente se ci fosse, perciò, una relazione tra i valori di Elisa e questa scelta del personale.

LinkJuice ha una forte componente femminile, cosa significa?
Quando ho avviato LinkJuice, non sapevo delegare. Davvero! Uno dei miei soci mi ripeteva che avrei dovuto farlo prima o poi ma io ne ero terrorizzata. A costo di sembrare sessista, quando ho fatto il primo colloquio dentro di me credevo che avrei strutturato un Team prettamente maschile. Poi ho conosciuto la nostra Operation Manager, una delle persone più dedite al lavoro che io abbia mai conosciuto in vita mia, e da lì in poi il Team si è creato per competenza emotiva prima che professionale. Molti dei profili, oggi Senior, sono nati in LinkJuice come tirocinanti. Non faccio più minimamente caso al sesso del candidato e mi sento fiera di aver intrapreso un cammino con ognuno di loro.

La nostra curiosità, a questo punto, si fa vorace e sentiamo il bisogno di approfondire la conoscenza di questa realtà livornese, ormai importante tassello nel mondo del Digital Marketing a livello internazionale.

LinkJuice, ci spiega Elisa, è una realtà poliedrica che ha come obiettivo finale quello di offrire a ogni cliente ciò di cui ha esattamente bisogno, nel mondo della comunicazione e del marketing digitale.

Le attività principali di questa agenzia prevedono il miglioramento del posizionamento sui motori di ricerca dei brand e una strategia improntata sul miglioramento generale della reputation del cliente.

LinkJuice si occupa di analizzare il mercato, i competitor, la realtà stessa del cliente e ideare una strategia digitale personalizzata, nel campo dei Social Media, delle Digital PR o della Digital Communication.

Ciò che rende unica questa agenzia è sicuramente il suo essere poliedrica, che le permette di agire su più fronti e ideare strategie ad ampio raggio che possano toccare campi diversi, ma anche il suo essere orientata al mercato internazionale e non esclusivamente italiano.

Ma, probabilmente, c’è anche molto di più, e questo di più è dato dalla passione e da ciò che Elisa ha voluto creare, partendo da zero.

Qual è il valore aggiunto di LinkJuice? Cosa di Elisa hai portato in questa agenzia?
LinkJuice ha avuto la fortuna di nascere in un periodo storico di grandi cambiamenti. Rispetto a chi si è occupato sempre e solo di posizionamento sui motori di ricerca, LinkJuice ha sviluppato una visione più ampia, creando un connubio tra contenuti “tecnici mirati al posizionamento” contenuti e progetti speciali mirati a far posizionare un marchio nella testa del consumatore come marchio di riferimento e attività di ufficio stampa, creandone uno 100% digitale, cosa del tutto innovativa dal punto di vista nazionale.
LinkJuice genera una fitta rete che unisce ognuna di queste attività in maniera naturale e performante e lo fa seguendo l’evoluzione di Google e gli altri motori di ricerca, i cambiamenti del mercato e, cosa molto importante, dei vari target di riferimento. Dentro LinkJuice ho portato tutto di me stessa. Le relazioni umane che per me sono fondamentali, la dinamicità senza la quale non potrei vivere e l’innovazione legata alle tradizioni che direi mi rappresenta perfettamente.
Anche io amo evolvermi e rinnovarmi, senza perdere il focus sulle mie radici.

LinkJuice è una realtà votata all’internazionale, pensi che all’estero la situazione sia la stessa che viviamo in Italia?
Assolutamente no! Non a caso faccio riferimento all’internazionale quando voglio nuove soluzioni per L’Italia. Si dice che siamo 10 anni indietro rispetto agli altri paesi, dal punto di vista digitale, non è una follia, per alcune cose siamo anche 15-20 anni indietro. Questo però non sempre è un male. Ci sono alcune aree per cui fa piacere far parte della cara “vecchia” Italia, ma non sono legate al panorama Digital è il discorso ci porterebbe fuori focus.

Decidiamo a questo punto di salutarci, ma non senza prima aver chiesto un ultimo parere in merito al suo futuro, quello della sua agenzia e delle persone che lavorano con lei, per conoscere quale sia la sua più grande speranza.

Come vedi il futuro di Linkjuice e quello tuo lavorativo personale?
Vedo succursali in tutto il mondo, ne apriremo una proprio nel 2024 in Spagna, come primo paese europeo, e desidero mantenere un modello di business dinamico che continui a seguire le evoluzioni del mercato in termini di posizionamento e branding.
Per quanto riguarda me, spero di poter crescere ancora e ancora, professionalmente. Spero di poter continuare a incontrare persone, conoscere professionisti e spero di poter dare lavoro a moltissime persone che possano reputarsi felici e ispirate da quello che fanno, proprio come lo sono io.

© Riproduzione riservata