Dai trattori al lifestyle

Tonino Lamborghini ha trasformato il marchio di famiglia in un colosso del licensing, attivo in sette aree tematiche e 38 prodotti. «E adesso torno a fare auto». I progetti di uno dei brand italiani più noti al mondo

Da azienda agricola prima della seconda guerra mondiale a industria automobilistica dal 1947 (oggi di proprietà del gruppo Audi-VW), fino al fashion degli Anni ‘80 e al lifestyle di oggi. Lamborghini è un cognome che nell’imprenditoria italiana sembra aver ripercorso le tappe dell’evoluzione macroeconomica del Belpaese. Oggi il gruppo, guidato dallo stesso Tonino Lamborghini che lo fondò nel 1981 ereditandolo dal padre Ferruccio, si definisce come una “officina di progettazione creativa” da cui prende vita un universo coordinato di stile che si declina in sette aree tematiche: fashion, home, sport, safety work, elettronica, food&beverage, b2b, articolate in oltre 38 tipologie di prodotto. Il gruppo opera attraverso accordi di partnership a copertura internazionale per la produzione e distribuzione di prodotti presenti oggi in oltre 15 mila punti vendita, di cui 12 negozi monomarca a Hong Kong e Macau, 74 corner in navi da crociera in navigazione in tutto il mondo, 120 location asiatiche nei migliori department store. Estendendo il concetto di lusso a prodotti capaci di evocare un mondo caratterizzato da tecnologia e innovazione – orologi, occhiali, profumi, accessori in pelle, oggetti d’arredamento, linee di abbigliamento realizzate con la migliore qualità e i materiali più pregiati – ha creato un universo coordinato di complementi di stile ispirati al mondo dei motori e delle auto sportive. Inizialmente il modello di business era incentrato sul trading, mediante uno schema classico che partiva dal design dello stesso Lamborghini alla produzione presso fornitori fino alle attività di stock, distribuzione ed export operati internamente dall’azienda. Negli anni Tonino Lamborghini ha cominciato a prediligere la strategia di Licensing perfezionandola a tal punto da farne il modello di sviluppo principale anche per i prodotti core. «Sì, ho avuto sin da giovanissimo la passione e l’estro per la moda e il design», dice oggi Tonino Lambroghini.

Come è nato il Gruppo che oggi porta il suo nome?Come mio padre Ferruccio nel 1947, tornando dalla guerra, abbandonò l’azienda agricola di mio nonno per dedicarsi ai motori, la sua passione, anch’io, dopo aver portato avanti l’azienda paterna per qualche decennio, ho sentito il desiderio di creare qualcosa di originale che fosse più vicino al mio modo di sentire. Così agli inizi degli Anni ‘80, cominciai la mia attività, con il beneplacito di mio padre, che rimaneva comunque dell’idea che solo in ferro, tecnologia e motori ci fosse del valore. Partii con molta cautela, continuando l’attività di famiglia e considerando la nuova attività come un hobby e un giocattolo che però mi appassionava sempre più. Poi, mentre gli anni passavano, mi accorgevo che le cose funzionavano sempre meglio e oggi è il mio lavoro. Lo considero come il coronamento di un sogno, un progetto imprenditoriale solo mio, certamente nato in seno al grande mito industriale di famiglia.

Come è stato il passaggio dai motori al fashion e oltre?In effetti non è stato facile, almeno all’inizio, far accettare un marchio che nell’immaginario era pura meccanica. Per dare credibilità alla mia intuizione per 15 anni ho curato e prodotto in prima persona le mie linee. Poi sono passato alla licenza e in questo modo sono riuscito a diminuire i costi, ma il nostro fare Licensing è rimasto molto sui generis: infatti siamo noi a fornire al partner il design, l’ambito commerciale e distributivo, e a gestire il tutto. In linea di massima noi non diamo in uso il marchio, ma diamo l’autorizzazione a produrre ciò che noi vogliamo e a venderlo come noi vogliamo. Così riusciamo a preservare al massimo la qualità del prodotto.

Quali valori evoca il marchio Tonino Lamborghini oggi?Anzitutto italianità, prestigio, eleganza e poi anche garanzia assoluta di qualità.

Qual è l’identikit del cliente Tonino Lamborghini?È lo stesso tipo di cliente che comprò 40 anni fa le prime Lamborghini. Oggi è tra i 25 e i 40 anni, aperto, curioso, disponibile alle novità, all’avanguardia. Non troppo classico, con un riferimento automobilistico inevitabile.

Quali altre categorie di prodotti svilupperete in futuro?Sto pensando di riprendere in mano le automobiline da golf e da utilities di cui mi ero occupato una quindicina di anni fa con un’azienda che poi ho ceduto. Mi piacerebbe riproporle magari attraverso una joint-venture o una partnership economico-finaziaria. Sono stato all’avanguardia 15 anni fa con questo prodotto e, ora che diventano sempre più anche da utilizzo urbano, vedo molte possibilità di sviluppo.

IN CIFRE

180 MILIONI di euro nel 2009 (+17%)Mercato Italia 20%Mercato Estero 80%

38 tipologie di prodotto

12 negozi monomarca a Hong Kong e Macau

15.000 punti vendita

74 corner in navi da crociera

120location asiatiche

Tonino Lamborghini Group è in una fase di grande cambiamento. Dove vuole arrivare?Oggi sento il bisogno di far uscire l’azienda dalla dimensione hobbistica da cui è nata, facendola diventare po’ meno Tonino e un po’ più Lamborghini.

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