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Attualità

Negozi chiusi per fermare il Coronavirus: l’annuncio di Kiko e Calzedonia

Di fronte all’emergenza Coronavirus l’annuncio di due grandi catene italiane. Possibile anche la chiusura di tutti gli esercizi della Lombardia

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Inutile tenere aperto, soprattutto se l’invito (condivisibile) è a rimanere a casa. Per evitare inutili contagi, sono sempre di più i ristoranti e gli esercizi commerciali che chiudono i negozi per contenere l’emergenza Coronavirus. L’ultima in ordine di tempo è il marchio di cosmetici Kiko che, in ha annuncia la chiusura, salvo diversa comunicazione, fino al 3 aprile di tutti e 340 punti vendita italiani. “Senza allarmismi e paura, ma con serietà e razionalità abbiamo deciso di fare quanto in nostro potere per tutelare al massimo la salute dei nostri clienti e dei nostri dipendenti, nonostante il considerevole impatto economico”, ha affermato l’a.d. di Kiko, Cristina Scocchia. “Siamo fiduciosi che potremo tutti tornare presto a essere più forti di prima. Ma per farlo, adesso è doveroso fermarci. Ringraziamo i medici e il personale sanitario che in questi giorni sono instancabilmente in prima linea”.

Altro importante gruppo italiano a chiudere i battenti – oltre ad Armani, che ha annunciato la chiusura temporanea di negozi, ristoranti e hotel a Milano – è Calzedonia, che nella giornata di ieri – prima che il provvedimento venisse esteso a tutta l’Italia – aveva comunicato l’intenzione di chiudere i propri negozi nelle zone cosiddette rosse per tutti i suoi marchi: Calzedonia, Intimissimi, Intimissimi Uomo, Tezenis, Falconeri, Signorvino, Atelier Emé, outlets. “Poiché non vendiamo articoli di primaria necessità, ci è sembrato giusto cercare di fare quanto in nostro potere, per tutelare al massimo la salute dei nostri clienti e dei nostri dipendenti”, ha affermato il presidente efondatore di Calzedonia, Sandro Veronesi.

Nel frattempo non si esclude che la Regione Lombardia chieda 15 giorni di coprifuoco assoluto sul proprio territorio con il governatore Fontana che ha ammesso l’intenzione di chiedere “la chiusura delle attività commerciali non essenziali e il trasporto pubblico locale”. Sulla stessa linea sembrerebbe anche il governatore del Veneto, Luca Zaia: “Piuttosto che protrarre un’agonia che dura mesi, credo sia meglio arrivare a una chiusura totale, così da bloccare definitivamente il contagio”.

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