Le migliori città italiane per bambini, giovani e anziani

Bolzano, Gorizia e Lecco guidano le classifiche del Sole 24 Ore sulla qualità della vita per età. Male il Sud e le grandi città, frenate dal caro-affitti.

Le migliori città italiane per bambini, giovani e anzianiUna veduta di Lecco, indicata come la città migliore in Italia per la fascia d'età 0-14 anni© Shutterstock

Le migliori città italiane per bambini, giovani e anziani sono Bolzano, Gorizia e Lecco. È quanto emerge dall’indagine annuale Qualità della vita per fasce d’età pubblicata dal Sole 24 Ore, che. ha analizzato il benessere generazionale sul territorio del nostro Paese.
La ricerca ha misurato la qualità della vita per tre fasce d’età: bambini (0-14 anni), giovani (18-35) e over 65, valutando 15 parametri specifici per ciascun gruppo.

Lecco si posiziona al vertice della classifica dedicata ai più piccoli grazie all’alta partecipazione sportiva, ai risultati scolastici secondo i test Invalsi e alla bassa incidenza di reati a danno dei minori. Gorizia è la città più adatta ai giovani: offre un’ampia offerta culturale e ricreativa, buone opportunità lavorative e una natalità più alta della media. Bolzano eccelle tra gli anziani, distinguendosi per l’elevata spesa sociale, l’accesso alla cultura e il ridotto consumo di farmaci cronici.

Il Nord-Est domina complessivamente le tre classifiche, con 17 province tra le prime 30. Al contrario, il Sud si conferma fanalino di coda. Trapani chiude la classifica degli anziani, Caltanissetta quella dei bambini. Le province meridionali occupano la quasi totalità delle ultime venti posizioni.

In forte difficoltà anche le grandi città, penalizzate dal caro-affitti. Roma è ultima nella graduatoria dei giovani, seguita da Napoli, Milano e Torino. Qui il costo dell’abitazione supera spesso il 30% del reddito medio dichiarato, mentre gli incidenti notturni e la scarsa sicurezza percepita aggravano la situazione.

L’indagine, giunta alla quinta edizione, nasce con l’obiettivo di porsi come strumento per comprendere le disuguaglianze territoriali in un’Italia sempre più anziana e con forti squilibri demografici.

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