La Realtà Aumentata rende il lusso più accessibile

Secondo uno studio condotto da Snapchat e Ipsos il 58% dei consumatori si sente più a suo agio nel provare un prodotto di lusso utilizzando la Realtà Aumentata

Gli acquirenti del lusso sono sempre più interessati all'uso della Realtà Aumentata© Shutterstock

Anche in Italia la Realtà Aumentata (AR) è lo strumento preferito dai futuri acquirenti dei brand di lusso, che la preferiscono alle prove in negozio. È questo ciò che emerge da uno studio esclusivo condotto da Ipsos e Snapchat focalizzato sul ruolo che la tecnologia gioca con la nuova generazione di consumatori del lusso e sulle nuove tendenze d’acquisto.

A voler essere precisi, sono diversi anni che Snapchat e Ipsos svolgono attente analisi sull’utilizzo della Realtà Aumentata in relazione ai comportamenti d’acquisto. A oggi sono stati presi in analisi sei Paesi, tra cui l’Inghilterra, gli Stati Uniti e l’Australia. Nell’ultimo anno la lente d’ingrandimento si è spostata sull’Italia, coinvolgendo un campione variegato e numeroso di persone età compresa tra i 13 e i 44 anni.

All’interno di questo campione, i Millennial rappresentano il 46% degli acquirenti di lusso in Italia, mentre la Gen Z rappresenta il 39%. Questo dato però si ribalta se si guarda agli utenti giornalieri di Snapchat. In questo caso, le percentuali sono rispettivamente il 28% (Millennial) e il 56% (Gen Z). Il target è dunque giovane perfettamente in confidenza con la tecnologia, e i risultati dell’indagine sono piuttosto chiari.

La Realtà Aumentata non solo gioca un ruolo chiave in termini di conversioni, ma attira anche nuovi clienti. Riesce infatti nell’intento di catalizzare tutti i consumatori meno propensi a visitare i negozi fisici: il 58% del campione italiano (più di un consumatore su due) si sente più a suo agio nel provare un prodotto di lusso utilizzando l’AR piuttosto che in negozio. La stessa percentuale di persone, inoltre, apprezza gli allestimenti virtuali e afferma che l’AR riesce nell’intento di ricreare l’esperienza di acquisto in negozio.

E non è tutto. Considerando che l’AR consente ai clienti di provare virtualmente gli articoli e vedere come un capo di abbigliamento si adatta alla propria fisicità, o ancora di testare diverse tonalità di make-up senza dover entrare in un negozio, il 52% degli intervistati ritiene che renda il lusso più accessibile a tutti. Per diretta conseguenza, ciò cambia anche il rapporto dei consumatori del lusso con i brand.

Il 42% degli acquirenti di lusso italiani prevede di aumentare la propria spesa per questo tipo di prodotti nei prossimi 12 mesi. Inoltre, quasi 3 acquirenti aspirazionali su 10 prevedono di fare il grande passo entro il prossimo anno. Di contro, data la volontà di spendere nel settore luxury, le aspettative nei confronti dei marchi sono sempre più alte.

Per la Gen Z, in particolare, il lusso è un mezzo di espressione personale e risulta fondamentale che i brand riflettano la società in cui viviamo. In sostanza, ci aspetta qualcosa di più di semplici prodotti di qualità. Gli acquirenti cercano prodotti che risuonino con i loro valori personali e con le questioni sociali più importanti.

Il quadro ritratto dall’indagine di Snapchat e Ipsos, in ogni caso, è perfettamente comprensibile. In soldoni, in Italia l’AR aiutare da una parte i marchi del lusso a promuovere l’acquisto, portando l’esperienza del brand nel mondo digitale e creando connessioni emotive. Dall’altra, li “obbliga” a rispondere alle aspettative di consumatori sempre più esigenti che, per altro, si aspettano che un numero crescente di marchi si adegui alla virtualità.

Per quanto riguarda il futuro, infatti, il 61% si aspetta che la Realtà Aumentata diventi un’alleata regolare nella shopping experience. Tra gli aspetti di maggiore interesse per i consumatori ci sono la possibilità di provare capi e accessori in AR (40%), visualizzare e customizzare i prodotti prima dell’acquisto tramite AR (32%) e interagire coi prodotti fashion accedendo a uno spazio virtuale (30%).

Di certo, l’AR sta trasformando lo shopping rendendo l’esperienza più interattiva, informativa e personalizzata: contribuisce a colmare il divario tra acquisti online e in negozio, offrendo ai consumatori il meglio di entrambi i mondi.

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