Ddl Capitali: le nuove regole per Borsa, mercati e Pmi

L'ok del Senato al testo dà il via alle nuove regole che riguardano diversi aspetti, dai consigli di amministrazione alle assemblee, fino alle agevolazioni per le piccole-medio imprese

Ddl CapitaliLa Camera del Senato italianaPhoto by Antonio Masiello/Getty Images

Il Ddl Capitali è andato in porto con il varo definitivo del Senato e con la missione di semplificare l’ingresso delle Pmi in Borsa. Il provvedimento ora dovrà entrare in vigore ufficialmente. Entro un anno, però, potrebbe essere data una delega al governo al fine di stilare dei decreti legislativi che possano dare corpo a una riforma organica delle disposizioni in materia di mercato dei capitali, in linea con le indicazioni del Testo unico della finanza.

Le novità introdotte dal Ddl Capitali riguardano anche le assemblee delle società: a partire da gennaio 2025, la facoltà di gestirle a porte chiuse con la raccolta delle deleghe sarà rafforzata e i consigli di amministrazione uscenti dovranno seguire nuove linee per i rinnovi dei board.

L’articolo 12, infatti, permette allo statuto societario per legge – e non più solo per prassi di mercato – di prevedere che il Cda uscente (con il voto favorevole dei due terzi) possa presentare candidati per l’elezione dei futuri componenti, purché la lista contenga un numero di nomi pari al numero dei membri da eleggere ma maggiorato di un terzo.

Tra le facilitazioni in arrivo c’è poi l’aumento della soglia di capitalizzazione per la definizione di Pmi emittenti da 500 milioni a un miliardo di euro: in questa maniera godranno di un’attenuazione degli obblighi di comunicazione, ma la soglia di capitale oltre la quale le operazioni vanno rese note alla Consob sale dal 3 al 5%; lo stesso obbligo decade anche per i soggetti con azioni pari ad almeno il 10% del capitale.

A proposito dell’Autorità di controllo della Borsa, l’articolo 6 del testo prevede l’abolizione del suo potere discrezionale nell’incremento del flottante, in alcuni casi specifici. Inoltre, la Consob non potrà più regolamentare i requisiti delle società in quotazione né sospendere per un tempo limitato le decisioni di ammissione.

C’è anche l’eliminazione sia della presunzione di colpa in capo al responsabile del collocamento di un’offerta al pubblico nel caso di presenza di informazioni false nel prospetto, sia dell’obbligo di segnalazione delle operazioni effettuate dagli azionisti di controllo.

Infine, negli statuti delle società, il numero di voti assegnati per ciascuna azione potrà aumentare da tre a dieci. E cambia, da 8 a 16 miliardi, la soglia minima dell’attivo delle banche popolari per la loro trasformazione in spa.

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