In gol tra le viti

Quella tra i campioni del calcio e la produzione vitivinicola è una passione innata, che coinvolge sempre più stelle della nostra Serie A. Le avventure imprenditoriali di chi ha scoperto che un buon vino può regalare le stesse emozioni di una partita

C’è chi ha già appeso le scarpe al chiodo e chi continua ad allenarsi con un occhio alla vendemmia. Ci sono allenatori che hanno deciso di non accettare più un contratto per dedicarsi alla vigna e altri che hanno abbracciato questa nuova avventura imprenditoriale tra schemi di gioco e conferenze stampa. Quella tra i campioni del calcio e la produzione vitivinicola in Italia è una passione che nasce da lontano e che negli anni ha coinvolto figure come Nils Liedholm e Paolo Rossi. Ma l’interesse per la produzione enoica resta vivo anche oggi: all’estero l’ex stella del Barcellona Iniesta guida una grandissima azienda de La Mancha, e anche da noi c’è chi ha scoperto che un buon vino regala le stesse emozioni di un gol.

Partiamo da Nevio Scala, indimenticabile giocatore di Fiorentina, Roma, Inter e soprattutto Milan oltre che grande allenatore del Parma, che parla di sé come contadino prestato al calcio. Nato a Lozzo Atestino (Pd), fin da bambino seguiva il padre nei campi. Apre l’azienda agricola appena conclusa la carriera da calciatore, ma è solo dopo aver chiuso come allenatore che può dedicarsi anima e cuore alla Garganega, con un’impronta decisa sul biologico e naturale come dimostra la sua Gargànte, fresca, sbarazzina e brillante come il gioco del suo Parma, capace di vincere la Coppa delle Coppe nel 1993. Altra grande coppa, quella del Mondiale del 2006, porta Andrea Pirlo a fondare l’azienda Pratum Coller a Montenetto di Brescia insieme al fratello Ivan e la cognata Claudia. Un territorio poco noto, ma ricco di potenzialità che l’ex campione sta piano piano scoprendo, come dimostra l’ultima annata del Nitor, un vino ottenuto da uve Trebbiano di Lugana, fantasioso e stuzzicante come sapeva essere Pirlo con il pallone tra i piedi. Diverso è il Friulano di un altro rossonero, questa volta ancora in attività: Cristián Zapata. Il vino prodotto dal difensore colombiano con Cristian Beltrame di Tenuta Beltrame nel mezzo della Doc Friuli, vicino ad Aquileia (Ud), ha un gusto sapido al palato, molto profondo, che gioca con la dolcezza dell’estratto.

Forse l’unica etichetta di un calciatore a convincere ed esaltare la critica è, però, il Faro di Andrea Barzagli, prodotto insieme all’amico Gianfranco Sabbatino de Le Casematte. Parliamo di un meraviglioso esempio del terroir siciliano, capace di vincere per due volte i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. In Toscana ci sono poi il Red di Dario Dainelli, che l’ex difensore serve nel locale Osteria del Calcio in centro a Firenze; l’esperienza del collega Alessandro Gamberini con la cantina Casariccio, e il Numero 7 di Kurt Hamrin, un sangiovese prodotto dal campione svedese di Milan e Fiorentina insieme alla Fattoria di Sant’Appiano in Val d’Elsa. Ma a far parlare di sé è soprattutto il mr Luciano Spalletti con La Rimessa: una bellissima tenuta sulle colline di Montaione (Fi) dove nasce il Bordocampo, prodotto dall’attuale allenatore dell’Inter con uve Sangiovese e Merlot. Torniamo in Veneto per una strana coppia che produce vino in Valpolicella. Il primo è Damiano Tommasi, che con l’azienda Pietro Zardini imbottiglia il suo Ripasso Numero 17: un vino schivo, che da bravo mediano non ruba la scena all’Amarone, ma sa essere concreto, dotato di energia e fascino com’è l’uomo che oggi presidente l’Associazione calciatori. Il richiamo della produzione vitivinicola è stata irresistibile anche per Alberto Malesani, indimenticabile allenatore di Fiorentina, Chievo, Parma e Modena, che produce Amarone della Valpolicella con la sua azienda di famiglia La Giuva. Per Malesani la scelta di dedicarsi al vino risale al ‘99, quando da allenatore si trova a Bordeaux per una partita di Coppa Uefa. Lì assapora vino rosso e ostriche, restandone affascinato al punto da valutare un investimento in agricoltura. Scelta coraggiosa ma che lo sta premiando, perché i suoi vini sono una bella espressione del territorio di Trezzolano (Vr). Il suo è un Amarone ma ricco e profondo con un tannino e un’avvolgenza che ricorda le belle manovre delle squadre da lui allenate.

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