Velocissime iCar

I colossi informatici hanno sviluppato sistemi di interazione assolutamente innovativi e aggiornabili all’infinito. A patto che l’auto sia stata progettata in funzione di una tecnologia che si evolve ormai in continuazione

Rottamereste un computer portatile con tutti i “punto zero” al posto giusto, ovvero aggiornato agli ultimissimi dettami di hardware e software? Naturalmente no, ma in campo motoristico avviene l’esatto contrario: la tecnologia corre più veloce del ciclo di vita medio di un’auto e chi compra oggi una vettura che rappresenta il massimo dal punto di vista dell’interattività con il guidatore e dell’interconnessione con il mondo esterno rischia di trovarsi già domani con un modello superato, se non proprio obsoleto. Sì, perché negli ultimi anni il massimo dell’aggiornamento dei sistemi di bordo era il cambio del Cd del navigatore con uno più aggiornato. Per tutto il resto, niente da fare. Poi è arrivato l’iPhone con le sue applicazioni, semplicemente “app” per gli amici del mondo digitale, e adesso finalmente tutto sta per cambiare. La Apple e altri colossi informatici hanno sviluppato sistemi di interazione assolutamente innovativi e, soprattutto, aggiornabili all’infinito. A patto, naturalmente, che l’auto sia stata progettata in funzione di tanta tecnologia, come dire che si sono resi indispensabili precisi accordi tra i costruttori a quattro ruote e quelli che misurano il loro lavoro in termini di gigabyte.Ferrari è stata la più lesta a pubblicizzare il matrimonio tecnologico: «Sono orgoglioso di annunciare la collaborazione tra l’azienda più profittevole, Apple, e quella più famosa nel mondo, Ferrari », ha detto il presidente Montezemolo al Salone di Ginevra. «Siamo i primi al mondo a commercializzare CarPlay, una vettura equipaggiata con un sistema così avanzato. È il risultato di due anni di lavoro lavoro fatto in perfetta sintonia. Essere i primi ci regala grande soddisfazione e conferma come la Ferrari sia un’azienda ad alto tasso d’innovazione e tecnologia». Felice anche Greg Jozwiak, Vice President di Apple responsabile di iPhone e iOS. Montezemolo ha glissato sul fatto che tra i primi a captare le potenzialità di questa svolta tecnologica ci sono anche i tedeschi di Mercedes-Benz e gli svedesi di Volvo, che l’applicheranno alla nuova versione del lussuoso Suv a sette posti Xc90 2015. IL FUTURO MADE IN UMBRIACome funziona? Semplice: ci si accomoda al posto di guida con l’iPhone in tasca e lui subito si collega al display della consolle. Il sistema CarPlay di Apple prevede la doppia possibilità di dare i comandi sfiorando con un dito il grande schermo posto sulla console oppure a voce. Tra le possibilità offerte dal sistema la dettatura e la lettura dei messaggi, le mappe in navigazione turn by turn, ovvero in tempo reale, e l’ascolto della musica preferita contenuta nella playlist del telefono. Continuare l’elenco sarebbe lungo ma anche inutile. Di questi tempi le app fioccano e il menù è destinato inevitabilmente ad allungarsi. Così come cresce di mese in mese il numero dei modelli che si allineano ai nuovi dettami dell’hi tech. La Mercedes, per esempio, «doterà del sistema della mela morsicata tutte le novità che debutteranno nelle concessionarie nel 2015», ha dichiarato il numero uno, Dieter Zetsche. Anche la Classe C e se siete ingolositi e volete prenotare la vostra fraulein a quattro ruote scegliete la versione con motore a gasolio da 2.200 centimetri cubi, che attualmente è quotata circa 40 mila euro con cambio manuale e 42 mila con la trasmissione automatica. METTI UN’APP NEL MOTORE Il gemellaggio con Cupertino non impedisce comunque alla casa di Stoccarda di tenere aperte le porte ad Android, il sistema operativo sviluppato da Google, che nel prossimo futuro potrà a sua volta dialogare con le auto con la stella a tre punte sulla mascherina. Anche l’Audi ha annunciato l’integrazione delle sue vetture premium come la nuova S7 Sportback (89 mila euro) con CarPlay e Android, lasciando libera scelta ai clienti su quale piattaforma utilizzare e quale smartphone acquistare. Un altro brillante esempio di auto vocata allo sposalizio con i cellulari dell’ultimissima generazione, è la nuova Mini a cinque porte, ultima nata in una famiglia vera e propria pioniera dei collegamenti attraverso tablet e smartphone grazie al sistema Mini Connected, che mantiene sempre connessi a fonti di informazione locali e ai social network, oltre a ricevere gli aggiornamenti di Facebook e Twitter e a mostrarli sotto forma di testo sullo schermo. E con 10 euro ci si può abbonare a una library musicale e ascoltare in streaming una valanga di brani. Anche la Peugeot 308 Sw strizza l’occhio ai nativi digitali, e lo fa offrendo all’automobilista informazioni pratiche in tempo reale che facilitano la guida di routine: parcheggi disponibili nelle vicinanze, prezzo del carburante nelle stazioni di servizio vicine, informazioni sul traffico, meteo, informazioni turistiche della guida Michelin e avvisi sul posizionamento degli autovelox, il più lampante esempio di come la prevenzione sulle strade sia più utile della pura e semplice repressione. Insomma: il dado (tecnologico) è tratto. Apple sta stringendo le trattative con una quindicina di costruttori per far diventare le loro auto l’hardware capace di supportare il software dei suoi centri di connessione portatili e altrettanto sta facendo Google. Ma se finora la connettività era esclusivo appannaggio delle ammiraglie, oggi sono le city car, come il tris Toyota Aygo, Citroen C1 e Peugeot 108 appena sfornato, a proporla ai giovani automobilisti che non sanno vivere senza smartphone. Il tramite usato dalle tre utilitarie, costruite sulla stessa linea di montaggio, si chiama MirrorLink, il sistema elaborato da Pioneer che replica lo schermo dello smartphone sul display dell’auto e per il quale le “app” disponibili sono in continuo sviluppo, tra cui Siri per gestire mail e messaggi mentre si è in movimento. Ma il denominatore comune rimane lo stesso: chi è fermo ai tempi di Isoradio rischia di restare tagliato fuori anzi, al contrario, di restare tagliato dentro a ingorghi che la tecnologia avrebbe consentito di sfuggire in tempo reale. E poi, dato per scontato l’antico assunto che “una telefonata allunga la vita”, volete mettere quanto si può campare meglio se durante il viaggio si può restare collegati con il mondo intero, mettendoselo a disposizione con un semplice e secco comando della voce? Resta un dubbio: scorrendo le pagine internet dedicate agli accordi in divenire le case italiane, supercar a parte, figurano nella categoria di quelle che sono interessate al problema ma stanno ancora pensandoci sopra. Attenzione: alla smart generation, tutto sommato, i vecchi modi di definire la qualità di un’auto interessano molto poco. Loro, gli under 30, pensano concreto e a dimostrarlo ci sono i 161 premi di ogni tipo guadagnati in tre anni dalla Range Rover Evoque grazie alla raffinatezza delle dotazioni tecnologiche. Meditate, amministratori delegati, meditate…

(Ha collaborato Nicole Berti di Carimate)

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