Una vita tutta da correre

Runner e non solo: la passione per la corsa interessa manager, politici, imprenditori e artisti che si spostano tra le più famose maratone al mondo per dimostrare l’amore profondo per questo sport

La corsa sembra esistere, se ci pensiamo distrattamente, da sempre. In realtà, nella sua forma votata al fitness più popolare, è un’invenzione relativamente recente. Era la seconda metà degli anni ‘70 quando l’americano James Fixx inventò il jogging facendo della corsa un business e una moda, e contribuendo alla diffusione di questa pratica fra i manager e i professionisti delle metropoli statunitensi. Fixx nel ‘77 scrisse un libro, The complete book of running, tradotto in 16 lingue e venduto in milioni di copie; poi, come non mancano di sottolineare i detrattori dell’attività fisica, morì nel 1984 proprio mentre correva, colto da infarto, ma vale la pena di sottolineare che era stato un obeso accanito fumatore, stressatissimo e con padre malato di cuore. Passata la moda, smorzati gli eccessi che sempre seguono l’ondata di slancio iniziale, la corsa, il jogging, il fondo e il mezzofondo rimangono una passione forte e ragionata per moltissimi italiani. La corsa, sottolineano i preparatori atletici, è alla base di tutti gli sport. In palestra, prima di fare gli esercizi, si corre; lo stesso si fa per prepararsi a entrare su un campo di calcio o di basket, e anche prima di salire sul tatami. Poi, c’è invece un amore profondo e spesso duraturo nel tempo per la corsa come sport a se stante, complice anche il fatto che il podismo resta uno sport popolare, che può essere praticato senza troppe spese e fronzoli. L’accessorio base sono delle ottime scarpe; e a proposito le antenate delle moderne scarpe da ginnastica furono ideate da Bill Bowerman, allenatore di atletica, che creò le suole con un ferro da cucina usato dalla moglie per sagomare i waffles (sorta di crostatine) inventando così le Nike. Bisogna correre con prudenza, equilibrio e gradualità; ma bastano piccoli accorgimenti per il benessere di cuore e circolazione, per rafforzare i muscoli, aumentare la resistenza e mettere in circolo le benefiche endorfine, che migliorano l’umore e vengono rilasciate dopo ogni sforzo fisico prolungato. Uno sport di fatica, con qualcosa di eroico nell’immagine collettiva, e che negli ultimi anni ha fatto molti proseliti nel mondo dello spettacolo e dei manager. L’evento newyorkese A partecipare alla maratona di New York, la più celebre e folkloristica al mondo, sono stati più di 3.500 italiani, rigorosamente non professionisti: tanti appassionati per i quali i 42 chilometri diventano, nei mesi precedenti, una benevola ossessione, nell’aurea speranza di scendere sotto la soglia delle quattro ore. Tra i nostri politici, si sono recentemente appassionati in molti alla pratica, tanto da volare a New York per rappresentare la Camera dei Deputati. È nato anche il Montecitorio marathon road runner club, rigorosamente bipartisan, per “trasmettere il virus della corsa”. Già Romano Prodi aveva dato esempio di buona tenuta su strada sia in sella alla bici sia nella corsa: l’esperto e il veterano di NY è Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, che è anche il promoter del club in questione e che tenta di portare dalla sua il ministro Alfano, che tentenna ancora, ma che può contare comunque sulle adesioni di Chiara Moroni e Marco Marsilio per il Pdl, Sandro Gozi (ex consigliere guarda caso di Prodi), Paola De Micheli, Alessia Mosca e Paolo Fadda per il Pd, Davide Caparini per la Lega. Cicchitto, capogruppo del Pdl, non ha potuto partecipare alla maratona di New York dello scorso anno ma si sta già allenando per quella del 2009. Come spiega uno dei manager che coltiva da anni questa passione, Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente Upa (Utenti Pubblicità Associati), parlando della propria esperienza: «La corsa per me è la miglior cura per corpo e mente. Quando mi preparo per una maratona, mi ammalo di meno, sono generalmente più allegro e rilassato. C’è poi un altro fattore importante: quella che definirei “l’oggettività di pensiero”. La testa, durante la fatica della corsa, si aggancia meglio alla realtà. I pensieri legati al lavoro si chiariscono, e le soluzioni si presentano spesso inattese nella loro semplicità. Correre calma gli animi, ridimensiona le velleità e riduce l’ansia. La corsa è quindi svago, terapia, autodisciplina, antidoto allo stress e anche poesia, come scriveva Montale: “La notte quando sogno, sogno di essere un maratoneta”». E non è il solo manager importante ad avere sviluppato questa dedizione per la corsa; sono degli adepti anche: Giampaolo Letta amministratore delegato e vicepresidente di Medusa Cinema; Piersilvio Berlusconi vicepresidente di Mediaset; Umberto Cesari dell’omonima casa vinicola romagnola; Andrea Cuneo, direttore marketing di Sony Computer Entertainment Italia; Alberto De Conti, direttore del Global Innovation Group di Levi Strauss & Co; Franco Moscetti, amministratore delegato di Amplifon; Luca Rossetti, amministratore delegato di Fratelli Rossetti; Gianmario Tondato, amministratore delegato del gruppo Autogrill; e Rudy Zerbi, presidente della Sony Music Enterainment Italy, che cercano sempre di inserire nelle loro giornate fitte di impegni uno spazio riservato a qualche chilometro di corsa.Curioso, tra i vari esempi, il modo che ha di praticarlo il grande compositore Ennio Morricone. Classe 1928, candidato per cinque volte al premio Oscar, si tiene in forma con quattro chilometri ogni mattina; ma lo fa camminando a passo velocissimo lungo le tre stanze che compongono la sua casa romana, dopo avere misurato attentamente passi e distanze. Molto più “professionali” sono Gianni Morandi, di cui è notissima la passione per la maratona che pare mantenerlo in eterna forma giovanile e lo ha portato a raggiungere traguardi lusinghieri, e del conduttore radiofonico e manager Linus, che ama molto correre e si cimenta anche negli appuntamenti più impegnativi, spiegando con dovizia di particolari le proprie esperienze anche nel suo blog. Il cantautore, grande chitarrista blues, Alex Britti è un vero appassionato; corre tutti i giorni, il mattino presto quando è in tournée, verso mezzogiorno quando è a casa. Tra l’altro quando fa jogging preferisce il silenzio, e non ascolta musica con l’I-pod, strumento oggi divenuto indispensabile per molti runner: «Concepisco il correre», dice Britti, «come un momento di meditazione e di svuotamento e non ci riesco se ho musica nelle orecchie».Se poi qualche aspirante runner ha ancora delle incertezze, pensando che “ormai è troppo tardi per cominciare” o scovando alibi legati all’età, basta guardare i risultati di una delle più note mezze maratone italiane, la classica Roma-Ostia; il vincitore della categoria over 80 (e per 80 si intende anni!), classe 1926, ha tagliato il traguardo in 1 ora e 42 minuti.

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