Al MAN va in mostra l’arte dell’inganno

Il museo di Nuoro dedica 'Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni' alle indagini estetiche sulla percezione e l’autenticità, affiancando le opere di grandi classici come Magritte e Man Ray a installazioni in realtà aumentata

Se questa estate siete in vacanza tra i mari della Sardegna, una tappa a Nuoro, centro della Barbagia e città ricca di sorprese, non deve mancare: andate al Man, un museo che da sempre si dedica alla ricerca e ai diversi linguaggi del contemporaneo, perché questa mostra, curata dalla neodirettrice Chiara Gatti e da Tiziana Cippelletti, ci insegna a «tornare a guardare, ad allenare gli occhi e a porsi interrogativi sulla verità o meno della visione». Sensorama. Lo sguardo, le cose, gli inganni (fino al 30 ottobre) parte dai maestri della “pittura d’inganno”, come René Magritte e Giorgio de Chirico, per approdare alle indagini estetiche più recenti in fatto di percezione e autenticità. Ecco allora le fotografie allo specchio di Florence Henri o le tavole ottico-cinetiche di Alberto Biasi, gli ambienti avvolgenti e conturbanti di Peter Kogler o Marina Apollonio, le sculture prive di forma di Marc Didou o le performance intese come veri e propri trompe-l’oeil umani (di cui a Nuoro vediamo le fotografie) di Liu Bolin, grande arti-star cinese, detto anche l’“uomo invisibile”.

Il titolo della mostra, Sensorama, è ispirato al nome di una macchina ideata nel 1957 dal regista statunitense Morton Heilig per testare sperimentazioni sinestetiche nel suo cinema d’esperienza, al fine di amplificare impressioni, oltre che sonore con audio stereofonico, persino tattili, dinamiche e olfattive. Ed è proprio la sinestesia, ovvero quell’automatismo psichico che consiste nell’associare in un’unica immagine due contenuti riferiti a due sfere sensoriali diverse, la vera guida di questa esposizione che dedica spazio anche al cinema, fabbrica delle illusioni per eccellenza fin dai suoi esordi: esposti video delle prime sperimentazioni di artisti come George Méliès, Marc Léger, Man Ray, Marcel Duchamp, che infarciscono di inganni ottici e deformazioni percettive le loro creazioni.

Il bello della mostra è il suo affacciarsi alla contemporaneità, con installazioni in realtà aumentata (alcune delle quali fruibili direttamente dal proprio telefonino). Sensorama presenta anche installazioni site specific, studiate per il Man da parte di artisti come Felice Varini, autore di disegni nello spazio, monumentali quanto effimeri, oltre a una stanza magica e molto suggestiva progettata dal designer Denis Santachiara e una grotta di libri scavati come rocce da impronte di corpi impalpabili realizzata da Marco Cordero. Una mostra che ci insegna a “ripulire lo sguardo”, a lasciarci stupire dai paradossi della vista, per ricominciare a osservare il mondo (arte inclusa) in modo più consapevole.

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