In coda alla cassa in una famosa libreria del centro di Milano, un uomo mi chiede se lavoro nel campo dell’arte. Il motivo della sua curiosità è il libro che ho in mano: Pantone, storia del XX secolo a colori di Leatrice Eiseman e Keith Recker. L’uomo, che poco più tardi si rivela essere un esperto di marketing del fashion, inizia una breve discettazione sul vero significato della moda, non come comunemente inteso. Insieme (e sicuramente non per primi) raggiungiamo la soluzione del quesito. In statistica la moda – o norma – è il valore che compare più frequentemente, come dire ciò che è più comune. La nostra chiacchierata non solo verte su questo argomento, ma spazia a un altro limitrofo e collaterale: un colore può essere di moda? Pantone Llc è nato più di quarantacinque anni fa e, nel tempo, è diventato la massima autorità nel campo del colore. Ispirazione di designer e creativi di tutto il mondo, offre servizi e tecnologie per dare sfogo al proprio estro attraverso il colore. Il fondatore Lawrence Herbert, nel 1963, ideò il Pantone Color Matching System: un catalogo di tinte standard sotto forma di palette. Si trattava di una vera e propria rivoluzione volta a risolvere i problemi legati all’identificazione delle tonalità nel settore delle arti grafiche. Pantone, da allora, ha ampliato la propria attività ad altri settori come il digitale, la moda, la casa, le plastiche, l’architettura, il design d’interni e la pittura.
Trend trasversale Ogni anno i professionisti dell’Istituto Pantone, tra cui il suo direttore esecutivo e guru del colore Leatrice Eiseman, comunicano al mondo quale sarà il colore dell’anno. Ovviamente non si tratta di una decisione arbitraria, ma del risultato di un’attenta analisi dei trend e della società, sia in termini culturali sia di condizione umana: a tale conclusione si giunge tramite lo studio dei colori più comuni nelle collezioni di moda e design e solo dopo l’osservazione dello stato emotivo del mondo. La tinta onorata di tale titolo nel 2014 è stata Radiant Orchid, un punto di viola ottenuto dall’unione tra il fucsia, il viola intenso e diverse sfumature di rosa. Una sinfonia capace di emanare gioia e amore, una magica tinta che colpisce lo sguardo e intriga l’immaginazione. Ma il colore dell’anno 2015, protagonista di molte linee di moda sia maschili che femminili, è il marsala.
«IL MARSALA ARRICCHISCE LA NOSTRA MENTE, IL NOSTRO CORPOE LA NOSTRA ANIMA EMANANDO SICUREZZA E STABILITÀ»
«Mentre il Pantone 18-3224 Radiant Orchid», commenta Eiseman, «incoraggiava la creatività e l’innovazione, il marsala arricchisce la nostra mente, il nostro corpo e la nostra anima emanando sicurezza e stabilità». Un colore che, verrebbe da dire, simboleggia i desideri contemporanei dell’uomo. In un mondo in cui il caos regna sovrano, in cui tutto è sovraesposto, l’equilibrio è diventato un desiderio più che una costante. La cultura occidentale, iperconnessa, fa del multitasking la sua delizia e la sua croce: tante cose realizzate nello stesso momento, ma quante al massimo delle proprie possibilità? In un articolo pubblicato su The Guardian, il neuroscienziato Daniel J. Levitin, direttore del Laboratory for Music, Cognition and Expertise alla McGill University, ha dichiarato che essere contemporaneamente attivi su più fronti riduce l’efficienza e porta a un esaurimento delle funzioni cerebrali. Ciò che sostengono Levitin e altri studiosi è che il multitasking, in realtà, altro non è che passare velocemente da un compito all’altro.L’idea che questo approccio permetta di raggiungere massimi obiettivi nel minor tempo possibile sarebbe, quindi, un’illusione. Il marsala, in questo panorama, è il tassello mancante. Un colore in controtendenza rispetto all’umore culturale e, per questo, necessario. Vi si legano pensieri di placida serenità, piacevoli e appaganti come un bicchiere dell’omonimo vino. Ha dell’intoccabile, rassicurante e solido come le sue sfumature rosso-marroni, figlie delle sfumature della terra: osservarlo dona pace e tranquillità, è come entrare in una bolla in cui è vietato l’accesso agli eccessivi stimoli esterni. Si tratta di una tonalità trasversale, adattabile alle creazioni di moda, ai prodotti di bellezza, all’industrial design e all’arredamento.
Dal total look al particolare distintivo Appropriato sia all’uomo che alla donna, è stato visto in diverse collezioni della primavera-estate 2015, utilizzato per i total look o come un accenno di colore in accordo con tinte più neutre. Grazie ai sottotoni bruciati, il marsala si sposa con il giallo dorato, con il ventaglio dei verdi e con le sfumature del blu: il risultato è, in ogni caso, una combinazione di sofisticata eleganza. Andrea Pompilio, designer prodigio della moda italiana, rende questo colore uno dei protagonisti della sua primavera maschile: lo spalma su pantaloni e capispalla, senza dimenticarsi di utilizzarlo per esaltare i dettagli. La maison Boglioli, invece, sceglie di accostarlo a una palette variegata: il verde pastello è esaltato dal marsala e viceversa, così come accade anche per il giallo intenso. Ma è interessante come il brand lo utilizzi anche per dar vita a una stampa geometrica: rombi sovrapposti su fondo bianco in un alternarsi di giallo ocra, carta da zucchero, rosso intenso e marsala, ça va sans dire. C’è chi, come Robert Geller, ama sfruttarlo come una lieve pennellata per ravvivare un nero profondo e chi, invece, non ne risparmia l’uso: è questo il caso di Antonio Marras e Burberry Prorsum, due brand agli antipodi per caratteristiche stilistiche, che trovano una visione comune nella scelta di questo colore.
Perfetto con il blu Il marsala vede diversi accostamenti possibili: il turchese, i rosa, i verdi e, addirittura, il corallo. Le sfumature dei blu, tuttavia, rendono questa tinta ancora più sofisticata, senza scadere in eccessi. Tagliatore propone una giacca totalmente sfoderata e destrutturata che fa di questo accordo cromatico la sua forza: il tessuto è un jersey bicolore melange che esalta i toni del marsala. Il monopetto è a due bottoni ed è caratterizzato da tasche a toppa, sottocollo in contrasto in jersey, spalla insellata, maniche a camicia, dettagli sartoriali e bottoni in metallo satinato-ramato. La tinta di questo capospalla si sposa perfettamente con i colori della pochette di Angelico e della camicia di Brunello Cucinelli. La pochette bianca, realizzata in cotone Oxford, è decorata con una stampa floreale sui toni del blu mentre la camicia, in jersey piquet, ha un effetto denim interessante. I pantaloni di Jacob Cohen, invece, sono di un punto di azzurro che trova un accordo armonioso con la tinta dell’anno. Gli accessori si dimostrano poi essere un terreno fertile per il marsala: lo si trova riproposto nelle calzature, nella pelletteria, nelle cravatte. Petronius presenta una cravatta tricot in seta realizzata a mano su antichi telai, mentre è di Davide Albertario il portafoglio verticale in vitello palmellato bordeaux con sei porta carte di credito (entrambi disponibili su cardanoclub.it). Fratelli Rossetti, invece, ha ideato un mocassino con fascetta in morbido vitello in una tonalità in bilico tra il marsala e il viola.
TRA GLI ACCOSTAMENTI POSSIBILI SI CONTANO IL TURCHESE, I ROSA, I VERDI E IL CORALLO. MA È IL COLOREDEL MARE A RENDERLO ANCORA PIÙ SOFISTICATO
Oltre il fashion Ma, come si accennava in precedenza, non è solo la moda a rendere onore al marsala: il suo utilizzo nel beauty è una prova di quanto sia duttile. Adattabile ai più svariati toni di pelle, può essere mixato con il rosa pesca o con i colori dorati ed è nella palette di ombretti, blush e rossetti. Si può dire che nel primo decennio del ‘900 un antenato del marsala fece capolino sulle labbra di moltissime donne. È American Beauty, un colore in bilico tra il rosso e il bordeaux, differente dal marsala perché mancante delle sfumature terrigne, ma simile per l’impatto visivo. In quel periodo, com’è noto, il sesso femminile era all’inizio della propria rivalsa e, nel lungo processo che portò all’acquisizione di pari diritti, trovò modo di essere protagonista anche nelle attività sportive. Charlotte Cooper, durante le seconde Olimpiadi organizzate in occasione dell’Esposizione Universale, diventò la prima campionessa olimpica guadagnandosi la vittoria nel tennis. A seguire, nel 1910, la baronessa Raymonde de la Roche fu la prima donna a conseguire un brevetto di volo e la spericolata Annie Taylor si gettò dalle cascate del Niagara dentro un barile. La nuova consapevolezza corporea femminile portò a una radicale mutazione della società il cui immaginario, prontamente, ne restò toccato. I colori della vita sportiva di inizio ‘900 sono più che altro tonalità neutre, dall’antracite al beige, passando per il bianco avana. Ma ciò che è interessante è come la palette di allora esaltò l’ingresso femminile nello sport: il rosso American Beauty, utilizzato in diverse campagne pubblicitarie dell’epoca in accordo con il verde scisto e il rosa cipria, è un chiaro rimando a una femminilità frizzante e potente.
Contaminazione continua Può, quindi, un colore essere di moda? Se si guarda al marsala viene da dire di sì. È la trasposizione visiva del significato contemporaneo di trend: un flusso continuo tra le varie discipline che travolge il design, la moda, l’arte e l’arredamento in un processo di contaminazione continua. Un settore ispira l’altro per la scelta di un colore, in questo caso, ma, più generalmente, anche per forme e texture creando un’unica, sfaccettata visione del mondo. La tendenza, oggi, è intesa come prendere la stessa direzione dell’agire verso la costruzione di un comune senso estetico, al di là dei limiti predefiniti.
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