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Lifestyle

La moda italiana corre grazie allo shopping straniero

Spesa in deciso rialzo, trainata dagli acquisti dei turisti cinesi, che rappresentano un terzo del fatturato. In crescita, seppure a rilento, la spesa degli italiani con carta di credito

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Un 2015 “effervescente” per il settore della moda italiana anche grazie ai turisti stranieri, che lo scorso anno – anche grazie a Expo Milano – hanno scelto come meta preferita per lo shopping proprio il nostro Paese. In particolare il comparto fashion (abbigliamento, calzature, pelletteria ed accessori) copre il 73% dell’interesse di acquisto tax free dei turisti stranieri extra Ue. A trainare il mercato sono soprattutto gli acquisti dei cinesi (+56%), che rappresentano un terzo del totale delle vendite, quasi un triplo delle spese dei russi in caduta libera (-41% rispetto al 2014). Milano si conferma la meta preferita per lo shopping tax free (34% sul totale delle vendite in Italia a stranieri extra Ue), registrando nel 2015 un incremento del 17%, al secondo posto Roma (18% sul totale delle vendite) con un aumento più modesto (10%) rispetto a Firenze e Venezia che registrano entrambe incrementi del 27% rispetto al 2014. Questi sono alcuni dati del Fashion & High Street Report 2015, realizzato da Federazione Moda Italia-Confcommercio con World Capital Group, in collaborazione con Osservatorio Acquisti CartaSi e Global Blue.

Cina 944 € (+56%)

Russia 699 € (-41%)

Stati Uniti 930 € (+56%)

Corea 664 € (+47%)

Giappone 759 € (-10%)

Taiwan 726 € (+51%)

Hong Kong 1.191 € (+41%)

Svizzera 429 € (+20%)

Singapore 901 € (+3%)

Tailandia 1.151 € (+42%)

Altri 738 € (+14%)

Totale 801 € +16%

Il forte traino dei turisti cinesi nel 2015 – che hanno speso circa 944 euro a testa in Italia – non sembra proseguire nei primi mesi del 2016: dall’inizio dell’anno si è assistito a un calo del 15% degli acquisti rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Milano sembra aver arginato quest’emorragia con un calo più contenuto del 6%. Va peggio a Firenze (-17%), Roma (-25%) e Venezia (-31%).

CHI ARRIVA DA HONG KONG SPENDE DI PIÙ. Tornando ai dati dello scorso anno, l’indagine evidenzia come le difficoltà del mercato interno siano state in parte supportate dalla potenzialità dello shopping degli stranieri che, secondo i dati sul tax free di Global Blue, nel 2015 ha registrato un incremento delle vendite del 16% per i prodotti di moda, abbigliamento, calzature, pelletteria ed accessori). Lo shopping straniero, in Italia, parla prevalentemente cinese (33% sul totale) e russo (12%) e provengono tutti dal Sud-Est asiatico i top spender per spesa media: Hong Kong (1.191 euro), Thailandia (1.151 euro), Singapore (901 euro). Come accennato, lo shopping dei russi ha subito nel 2015 un importante stop, causato principalmente dalla crisi con l’Ucraina e dal deprezzamento del rublo, che ha fatto crollare del 41% gli acquisti rispetto al 2014.

SEGNO PIÙ ANCHE PER LA SPESA DEGLI ITALIANI. Dal monitoraggio di Federazione Moda Italia sull’andamento delle vendite nel 2015 nel settore moda, emerge una sostanziale stabilità dei fatturati rispetto al 2014 (-0,06%). Dato che vede una possibile convergenza con quanto rilevato dall’Osservatorio Acquisti CartaSì che riscontra un piccolo incremento del 3,7% delle spese effettuate dagli italiani con carte di credito nei negozi di abbigliamento, calzature, pelletteria, accessori, tessile per la casa ed articoli sportivi, pari a una spesa di oltre 10,5 miliardi di euro.

DOVE E IN COSA SI SPENDE. Oltre agli accessori moda che hanno avuto un incremento del 5,7% rispetto al dato già positivo del 2014, si vede un segno più anche per l’abbigliamento (+4,3%) e per gli articoli sportivi (+0,4%). In calo le calzature (-2,8%) e la pellicceria (-18%). Pelletteria e valigeria registrano valori positivi, ma per effetto di variabili esogene non sono confrontabili. Quanto alle Regioni, le performance migliori interessano il Trentino (+7,9%), Veneto (+5,6%), Lombardia (5,1%), Friuli Venezia Giulia (+4,9%), Sicilia (+4,7%), Liguria (+4,4%), Marche (4,1%), Piemonte e Valle d’Aosta (+3,4%), Umbria (+3,4%), Toscana (2,7%), Lazio (2,4%), Emilia Romagna (2,4%), Campania (2,3%), Abruzzo e Molise (+1%), Puglia (+1%). Basilicata e Calabria registrano invece un dato leggermente negativo (-0,3%), mentre in forte in difficoltà è la Sardegna con un calo dell’8,5%.

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