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Lifestyle

Crescita a doppia cifra per la moda italiana

Luxottica, Gucci e Prada guidano la classifica Pambianco che ordina i big italiani del comparto in base al fatturato. Meno rosee le prospettive per il 2013

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Insieme hanno fatturato la bellezza di 33,2 miliardi di euro in aumento del 12% rispetto all’anno precedente. Non solo, sono anche riusciti a migliorare la redditività battendo, come già era accaduto nel 2011, i margini dei competitor internazionali. Sono le grandi aziende italiane della moda, vero eldorado di un mercato che, invece, nel suo complesso, fatica ancora. È quanto emerge dalla ricerca Pambianco Strategie di Impresa realizzata sui dati di bilancio 2012 di 26 gruppi italiani e 14 stranieri. A guidare la classifica è ancora il leader dell’occhialeria Luxottica che ha chiuso l’esercizio 2012 con ricavi per 7 miliardi di euro. Seguono Gucci con 3,6 miliardi e Prada con 3,2 miliardi. Se solo le aziende sul podio superano i 3 miliardi di fatturato, è tutta la top ten che va oltre il miliardo. Bottega Veneta (38,5%), Prada (29%) e Moncler (21,5%) i marchi cresciuti maggiormente, con soli quattro marchiin calo rispetto al 2011: Replay, Gruppo Miroglio, Geox e Dolce e Gabbana (in questo caso il -14,3% è il risultato della chiusura della linea D&G).

Per quanto riguarda i gruppi esteri considerati, nel 2012 hanno incrementato le vendite del 13,2% passando da 103,5 miliardi a 117,2 miliardi di euro, con un progresso più marcato rispetto a quello del 2011 (+11,1%). Cambio al vertice: la moda informale di Vf, Abercrombie, Hugo Boss lascia il posto al lusso targato Hermès e Lvmh.

«Il 2012 è stato un ottimo anno – ha commentato Carlo Pambianco, fondatore e presidente dell’omonima società di analisi e consulenza – grazie principalmente alle strategie di sviluppo nei Paesi emergenti. Per giunta, le aziende hanno saputo cogliere al massimo le opportunità su quei mercati attraverso l’apertura di negozi diretti». Le cose sembrano invece complicarsi per il 2013. «Su questo esercizio – sottolinea Pambianco – prevediamo un rallentamento della crescita per effetto di un calo sui mercati emergenti». Secondo la ricerca, sia per i gruppi italiani sia per quelli internazionali si attende «una crescita del fatturato di appena 3-4 punti percentuali e una redditività in calo probabilmente di 1-2 punti percentuali».