Renault, Zoè è il nome di battesimo e così rimane

Il gruppo automobilistico ha vinto la causa intentata da due famiglie Renault che hanno per figlia che porta lo stesso nome dell’auto, in arrivo nel 2012. Per il tribunale la vettura non pregiudica la dignità delle persone, ma è già pronto il ricorso

Non è certo la prima volta che un’auto porta il nome di una persona. E non è certo la prima volta che un prodotto utilizzi un nome proprio per fini commerciali (come ad esempio il cibo per gatti Felix e la Renault ‘Clio’). Difficile quindi che questa volta le due Zoè in questione potessero spuntarla.Tutto inizia nel 1991 quando il gruppo Renault decide di registrare il marchio Zoé per fini commerciali. Nessuno se ne accorge, almeno fino allo scorso settembre quando due famiglie Renault (che non hanno niente a che fare con le auto) scoprono che la nuova auto elettrica (che verrà commercializzata nel 2012) dell’omonimo gruppo automobilistico francese porta il nome delle loro figlio, Zoè appunto.Da lì comincia la causa. L’avvocato che rappresenta le due famiglie, David Koubbi, sottolinea “il cinismo degli industriali” che trasformano nomi propri in marchi con il rischio di causare problemi alle persone, a rischio sfottò da parte degli amici. Il legale pone ad esempio anche il caso di una famiglia che ha cambiato il nome della figlia da Clio a Margot. L’accusa non influenza i giudici che pongono a favore del gruppo automobilistico visto che “non ci sono i presupposti per una sentenza di sospensione motivata da un rischio immediato o da un danno diretto o indiretto. Nulla dimostra infatti che l’uso di un nome proprio per un auto sia tale da pregiudicare la dignità delle ricorrenti, la cui immagine non può ritenersi lesa per questa ragione”. Senza trascurare che, come sottolinea l’avvocato del gruppo Renault, Pierre Deprez, il nome Zoè è usato nel mondo per altri 122 marchi. La famiglia, però, ha già annunciato che farà ricorso.

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