Col vento in poppa

Pratico con stile, l’abbigliamento “marinaro” è un classico che non invecchia mai, come insegnano icone del calibro di John Fitzgerald Kennedy, Gianni Agnelli e Aristotele Onassis

Correva l’anno 1856 quando Giovanni Battista Massone, medico e letterato genovese, scrisse il Manuale di igiene e medicina navale. Tra le sue pagine diverse istruzioni per l’uso riguardanti la vita in mare e alcuni consigli pratici sull’abbigliamento necessario: due camiciuole di lana o flanella, tre calzoni di cotone per l’estate e due di pannilana per l’inverno, due paia di scarpe e tre fazzoletti da naso. Immancabili, per mantenere il decoro, un pettine e una spazzola da denti oltre che un caban di lana da indossare durante le tempeste. Si specifica, inoltre, quali colori siano ritenuti più adatti alla vita in mare. Vi si legge: «In quanto al colore non tutti sono d’accordo gli scrittori d’igiene navale su quello che debba essere preferito siccome il più salutare. Sebbene la più parte convengano che il bianco sia più confacente alla estiva stagione, pure altri vorrebbero che si preferisse un colore turchino o scuro, come quello che non s’insudicia tanto facilmente ed è perciò che le camicie di tela turchina o d’altro consimile colore sono da tanti marinai preferite alle bianche, sia pure durante la stagione estiva». Una questione d’igiene e di praticità che, negli anni, è diventata un fatto di stile.Il passaggio da semplice uniforme a tendenza lo si deve, senz’altro, ai grandi personaggi che hanno tradotto l’estetica marinara in creazioni e scelte di moda, dando vita a un nuovo gusto. Una su tutte, Coco Chanel. La stilista francese, in netto contrasto con la maggior parte dei colleghi suoi contemporanei, mostrò una propensione per la moda sportiva e di derivazione maschile: la combinazione di capi derivanti dal guardaroba maschile e femminile divenne il suo marchio distintivo. I suoi abiti erano confortevoli e in linea con le teorie igieniste d’inizio secolo, fautrici di una vita sana e di un abbigliamento che rispettasse le esigenze del corpo. Una delle sue passioni erano le righe alla marinière, riprese direttamente dall’abbigliamento della marina: secondo il codice d’abbigliamento militare, le righe bianche, originariamente, dovevano essere 21 e dello spessore di 20 millimetri, mentre le blu 20 (o 21) spesse 10 millimetri. La maglia a righe, nata per distinguere il marinaio semplice da quello di livello superiore, e successivamente reinterpretata da Coco, fu una delle protagoniste della moda degli anni ‘60: personalità del calibro di Jane Birkin, Brigitte Bardot e Audrey Hepburn amavano indossarla durante i soggiorni in Costa Azzurra, magari passeggiando sulla Croisette di Cannes.

Nate per distinguere i membri dell’equipaggio, le righe sono diventate icone degli anni ‘60

Potere tra le ondeUna tendenza, si sa, non si sviluppa dal nulla: è un processo di contaminazione tra senso estetico, società, cultura. E gli anni ‘60 furono il terreno fertile di tre grandi personalità, legate l’un l’altra dalla passione per il mare: John Fitzgerald Kennedy, Aristotele Onassis e Gianni Agnelli. Tre uomini diversi e di diverso – ma comunque incommensurabile – potere: tutti ugualmente capaci di influenzare non solo le idee, ma anche il gusto dell’epoca.Le imbarcazioni, nel loro caso, non erano solo mezzi di trasporto e di svago, ma assumevano il ruolo di centro nevralgico del mondo: le personalità più illustri e influenti del tempo erano il popolo che animava le crociere dei tre magnati.Onassis, amante del lusso sfrenato, fece del Christina O’ una leggenda. Su questo yacht, lungo circa 325 piedi, avvenne l’incontro con la sua Maria. Era il 23 luglio 1957 quando la Callas, accompagnata dal fedele marito Meneghini, salpò per una crociera di tre settimane insieme ad Aristotele e alla moglie Tina, oltre che a Winston Churchill. Su quella nave, la Callas salì sposata a Meneghini e ne scese come la nuova compagna di Onassis. La Divina, così, diventò l’interprete dell’amore tragico più impetuoso della sua carriera. Verrebbe da dire che il mare, per Onassis, rappresentava un territorio in cui realizzare i propri progetti personali, finanziari, politici e amorosi e non una vera propria appartenenza.

Casual presidenzialeAnche Jfk e Gianni Agnelli avevano l’acqua salata nelle vene. Ricordo di guerra per John, il mare fu il teatro non solo delle missioni del presidente durante la carriera in marina, ma anche di alcuni dei momenti della vita privata di famiglia. La notte del 21 novembre del 1963, John prese in mano una matita e un foglio di carta. Realizzò uno schizzo veloce, poche le linee a formare il disegno: una piccola barca a vela somigliante al Victura, la sua prima imbarcazione e, si può dire, il suo primo grande amore. Adorava andare per mare e non lo nascondeva, trascinando con sé politici, amici, parenti. Le crociere Kennedy sono state immortalate da diversi fotografi e paparazzi: immagini così esteticamente perfette e dense di stile da diventare, loro stesse, un’icona. Indimenticabile la copertina di Life del 1953 in cui Jackie e John – archetipo della coppia perfetta – sono ritratti su una delle loro barche a vela, sferzati dalla brezza marina e dalla gioia del navigare. Jfk era sempre così incredibilmente bello da rendere le proprie scelte d’abbigliamento un codice di moda a sé stante: l’appellativo icona di stile è inflazionato, ma nel suo caso è più che mai adatto. Il carisma gli dava il permesso di indossare qualunque cosa rendendola elegante. Durante la vita pubblica indossava abiti maschili d’alta sartoria, ma spesso, nel privato, amava scegliere uno stile più casual fatto di pantaloni chinos, loafer, maglioni girocollo in cashmere e Wayfarer: la divisa più adeguata per andar per mare. Mr Porter, celebre e-commerce di moda maschile, sentenzia: «He was never caught off-guard even when off duty. There is no such thing as an embarrassing holiday album in the Kennedy family» («Non si è mai fatto cogliere di sorpresa nemmeno quando era “fuori servizio”. Non esiste un album fotografico delle vacanze imbarazzante per la famiglia Kennedy», ndt).

In mare con l’Avvocato«Un grande amore quello di Gianni Agnelli per il mare. “Sto arrivando”, annunciava e quella macchina perfetta che erano i suoi marinai si metteva in moto con qualsiasi tempo, a qualsiasi ora. Non appena aveva un momento libero, l’Avvocato chiamava, faceva preparare la barca e la raggiungeva per poi salpare in mare aperto». È quanto racconta Alfredo Alocci, capomarinaio di Agnelli, nel suo libro In mare con l’Avvocato. Il mare faceva parte di Gianni, e Gianni apparteneva al mare. Molti ricorderanno il fotogramma che lo ritraeva mentre, completamente nudo, si tuffava in acqua dalla sua barca: forse un gesto clamoroso, forse una prova di quanto il richiamo delle onde fosse forte. Gli aneddoti e le fantasie su Agnelli si sprecano: si ricorda quando, una mattina all’alba, un gruppo di barcaioli capresi rimase stupito nel vederlo mentre faceva il bagno nelle acque celesti della Grotta Azzurra: un piacere da vero imperatore, tanto da essere stato riservato, fino ad allora, solo all’imperatore Tiberio. Tra i ricordi preferiti di Benno Graziani: «In barca, alle cinque di mattina, aspettavamo l’alba. Io mi appisolavo e lui mi diceva: svegliati, goditi il bello della vita. Avrai tempo di dormire quando sarai morto». L’Avvocato era un imprenditore, un politico, un uomo di mare, un tifoso e, non ultimo, un uomo di stile. Considerato un maestro di vita da Jfk – che amava soprannominarlo The King of Italy – e modello da imitare in fatto di moda per Onassis – impazziva per i suoi blazer, firmati Tommy Caraceni e disegnati sul corpo – Gianni fu una delle personalità più influenti del secolo scorso. I suoi imitatori, i cosiddetti Agnellofili, spuntarono come funghi nel mondo della medioalta borghesia. L’orologio sul polsino della camicia Brooks Brothers, sua cifra indimenticabile, fece la fortuna del negozio dei Brooks in Madison Avenue: frotte di italiani e non impazzivano alla ricerca dell’Oxford azzurro color Agnelli, introvabile tra i capi confezionati. Ignoravano che le button-down dell’Avvocato fossero fatte su misura. Così come il suo amico Jfk, quando andava per mare smetteva i capi formali e si lasciava andare a mise più casual, senza rinunciare all’eleganza. Prediletta la camicia, nelle giornate più fredde amava scaldarsi con un maglione di lana grossa. Di rigore il mocassino Tod’s che, da lui indossato, diventò un best seller.

La praticità è la parola d’ordine,senza rinunciare allo stile: vietate le scarpe con tacco o tacchetto

Tendenze 2015Lo stile marino, negli anni, è stato oggetto di mutazione e revisione, pur mantenendo saldi alcuni capostipiti fondamentali. Reinterpretato da diversi stilisti, è una delle grandi tendenze del 2015. Sulle passerelle di Gucci, Zegna, Philip Lim, Dondup – solo per citarne alcuni – hanno sfilato abiti direttamente ispirati a questo stile, così come Boglioli e Messagerie ne hanno fatto il tema portante delle loro collezioni. Le righe, grandi protagoniste, sono su base rossa nel caso di Dondup, solo sui polsini al modo dei capitani per Gucci, in chiave rock per Messagerie. Il doppiopetto d’ispirazione militare è di Boglioli: rigorosamente blu, potrebbe essere indossato da un Agnelli contemporaneo. Ma non finisce qui: sono molte le proposte della moda che seguono questa tendenza.Come il cardigan blu di M. Grifoni, in cotone e decorato con il ricamo di un’ancora, oppure come il gilet dall’allure vagamente preppy di Gant: in cotone, di un celeste chiaro e decorato da righe rosa salmone, blu e bianche in corrispondenza della scollatura a V. Per un giro in barca a vela sono immancabili il costume e un buon paio di occhiali da sole. Interessante il pantaloncino in tessuto tecnico di Seventy, stampato con un divertente motivo geometrico nei toni del blu e del bianco. Gli occhiali devono essere capaci di proteggere lo sguardo dai raggi del sole: quelli di Italia Independent, della linea I Metal, sono il frutto dell’unione tra il classico e l’innovativo. Caratterizzati da una montatura super leggera con vernice opaca, hanno lenti specchiate o sfumate a seconda del modello. Indispensabile anche un bel paio di bermuda, come quelli rigati in cotone di Sun 68. In barca la praticità è la parola d’ordine, ma senza mai rinunciare allo stile. Ecco perché può fare la differenza portare con sé una classica polo bianca e una camicia. È di Falconeri la polo in cotone, mentre Boggi Milano propone una camicia molto particolare: realizzata in cotone Oxford fiammato, è decorata da un rigato orizzontale, in piena tradizione marinaresca, e non verticale. Uno dei lati più delicati dello stile in barca sono le calzature: assolutamente vietate scarpe con tacco o tacchetto, potrebbero danneggiare il ponte. I mocassini in pelle intrecciata bicolore azzurro e bianco di Paul & Shark evitano questo inconveniente. In ultimo, e da non dimenticare, lo zaino di Bwgh per Puma. D’ispirazione vintage, con scompartimento interno porta laptop, è adatto a portare con sé ciò che non si vuole lasciare sulla terraferma. Anche se dovreste avere bisogno di ben poco: come diceva il francese Jean-Claude Izzo, «di fronte al mare la felicità è un’idea semplice».

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