Mecenati senza confini

Vengono da altri Paesi, ma ammirano il nostro al punto da sborsare migliaia, se non milioni, di euro per preservarne le ricchezze culturali. Ecco chi sono

Se gli affitti di svariate punte di diamante del nostro patrimonio culturale, nonché alcune sponsorship che legano grandi aziende italiane ad altrettanto grandiosi restauri, hanno fatto molto parlare di sé, senza sconti in termini di polemici botta e risposta, ci sono anche una serie di mecenati che stanno contribuendo a conservare e restaurare i beni artistici tricolori riuscendo a passare praticamente inosservati. Non sono molti, ma stanno facendo davvero molto per il nostro Paese, nonostante non si tratti della loro patria d’origine. Si tratta infatti di nientemeno che di imprenditori stranieri. Il più munifico, in termini prettamente economici, è certamente l’erede della famiglia che ha dato vita al colosso informatico Hp. Si chiama David W. Packard, ha 73 anni e negli ultimi 15 ha speso circa 20 milioni di euro per la manutenzione del sito archeologico di Ercolano. Lì, dal 2000, ha creato l’Hercolaneum Conservation Project in collaborazione con la soprintendenza e, tra il 2003 e il 2013, anche con il sostegno della British School of Rome. Si tratta di una struttura che riunisce una quindicina di figure dalle varie competenze, che interviene in caso di urgenze, redige progetti per la valorizzazione del sito e si occupa della sua manutenzione. Certo, anche in questo caso le trafile burocratiche finiscono spesso per rallentare i lavori, ma già solo il ripristino dell’antico sistema fognario ha evitato a Ercolano al riparo da molti dei guai in cui versa Pompei. E non è poco. In tutto questo Packard non ama affatto comparire, unico segno esteriore del suo contributo è il piccolissimo logo dell’omonima Fondazione sui pannelli. L’imprenditore tessile giapponese Yuzo Yagi, ha voluto invece ringraziare l’Italia per i buoni risultati registrati dalla sua azienda nella Penisola sborsando un paio di milioni per il restauro completo della Piramide Cestia, mentre il suo connazionale Tetsuya Kuroda ha “appena” un milione e 130 mila euro all’Opificio delle Pietre dure per il restauro della Leggenda della Vera Croce di Agnolo Gaddi, conservato nella chiesa di Santa Croce a Firenze. Tra i mecenati d’oltreconfine merita senz’altro una menzione anche Thomas Pritzker, figlio del fondatore della catena alberghiera Hyatt, che ha donato 500 mila dollari agli Uffizi.

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