© GettyImagesDopo la doppietta di successo firmata in collaborazione con il mentalista Henrik Fexeus e i due romanzi dedicati al personaggio di Faye (La gabbia dorata e Ali d’argento), Camilla Läckberg è tornata nelle librerie con una nuova avventura di Patrik Hedström ed Erica Falck.
Nonostante i thriller scritti con Fexeus abbiano dato i natali a una coppia di investigatori molto interessante – più di quelli dedicati a Faye mi permetto di dire –, gli appassionati della giallista svedese saranno di certo lieti di questo “ritorno alle origini”. Mai come in questa serie di romanzi, infatti, la scrittrice sa mettere in campo la sua abilità nell’affiancare alle indagini su crimini efferati scene di vita domestica e problematiche quotidiane. Ed è proprio questa abilità a rendere particolarmente credibili le vicende dei suoi protagonisti e le loro relazioni.
Il figlio sbagliato: la trama
Ancora una volta, l’indagine è ambientata nel villaggio di Fjällbacka, dove il noto fotografo Rolf Stenklo viene ucciso a soli due giorni dall’inaugurazione di una grande mostra in cui sta per esporre le sue opere più personali. Non solo. Poco dopo anche la casa del celebre scrittore Henning Bauer, candidato al premio Nobel per la letteratura in pieno blocco creativo, è sconvolta da un’aggressione brutale. Difficile non pensare che i crimini siano in qualche modo legati. Tanto più che i due uomini si conoscevano bene, essendo entrambi tra i fondatori del Blanche, un club culturale aperto a un ristretto numero di prescelti.
Mentre le indagini di Patrik Hedström e della sua squadra procedono a fatica, Erica è alle prese con un nuovo libro. E nelle sue ricerche su un caso di omicidio che risale al 1980, riesce a trovare un collegamento proprio con il Blanche e le persone coinvolte negli eventi che hanno di recente scosso Fjällbacka. A riprova che l’eco delle menzogne risuona sempre a lungo.
Camilla Läckberg
Il figlio sbagliato
Marsilio
