Morellino di Scansano: il rosso “selvaggio” della Toscana

Morellino di Scansano Podere 414Il Morellino di Podere 414

Quando si pensa alla Toscana spesso la mente e il cuore vagano tra i cipressi e le colline del centro della Regione, ma c’è una zona più selvaggia e incontaminata che sta vedendo crescere un altro protagonista in rosso della viticoltura locale: il Morellino di Scansano.

Alle origini del Morellino di Scansano

In questa terra è arrivato ormai da qualche anno l’estro di Joe Bastianich, ma anche altri talentuosi vignaioli e imprenditori da tutta Italia e non solo. Il Morellino è prodotto nella fascia collinare della provincia di Grosseto, che include l’intero territorio di Scansano e parte dei comuni di Manciano, Magliano in Toscana, Grosseto, Campagnatico, Semproniano e Roccalbegna. Il disciplinare prevede un 85% di sangiovese che i produttori possono integrare con altre uve dai propri vigneti, come cabernet sauvignon, alicante, ciliegiolo, canaiolo, colorino, malvasia nera, montepulciano, merlot, syrah, e cabernet franc. Docg dal 2007, conta circa 1.500 ettari rivendicati dai 220 soci, di cui il 35% in conduzione biologica certificata. Negli ultimi anni, oltre all’ottimo posizionamento in grande distribuzione, si è registrata anche una crescita di posizionamento soprattutto sul canale Ho.Re.Ca., merito anche di un incremento generalizzato della qualità.

Le differenze con il Montalcino e il Chianti Classico

Rispetto alle altre zone del sangiovese come Montalcino e il Chianti Classico qui il frutto rimane più succoso, il tannino è spesso vigoroso, ma in moltissime espressioni la beva è agile e succulenta. Anche in un’annata torrida come la 2022 sono bastate poche piogge a settembre per avere vini con dinamica espressiva intrigante e gusto fruttato deciso, ma sorprendentemente senza sovramaturazioni, come dimostrano i vini di Alberto Motta, Antonio Camillo, Bruni, Fattoria le Pupille, Fattoria Mantellassi, La Selva e Roccapesta.

Morellino di Scansano Podere 414

Da sinistra: il Tenuta Belguardo dei Marchesi Mazzei; A’ Luciano di Santa Lucia; i Massi di Massi di Mandorlaia; il riserva Madrechiesa di Terenzi; Vignabenefizio della cantina coopertativa i Vignaioli del Morellino; un’altra riserva, il Reviresco di Val di Toro

I Morellino di Scansano da non perdere

Presenti tra le grandi famiglie anche i Guicciardini con Massi di Mandorlaia, con un Morellino vinoso e ricco con sfumature speziate e sapide appena accennate, Cecchi con Val delle Rose, e aziende di grande respiro come Rocca delle Macìe con Campomaccione, Poggio Maestrino Spiaggiole (la proprietà è Rocca di Castagnoli di Gaiole). Non mancano giovani come Simone Castelli con il Podere 414, San Felo e Santa Lucia.

Anche le cantine cooperative si mostrano in forma e con prodotti di livello alto come dimostrano i Vignaioli del Morellino con Vignabenefizio, dalla grande piacevolezza speziata e floreale. Non di solo vino di annata vive però il Morellino. Anche le Riserva ambiziose sorprendono per eleganza e c’è persino spazio per una tipologia di mezzo, che affina maggiormente in cantina prima di uscire sul mercato con più complessità e struttura rispetto alle annata. Per le Riserva adesso dovreste già mettervi in cerca dei vini 2020 o 2019, come quello di Col di Bacche “Rovente”, La Selva con Colli dell’Uccellina, quello di Morisfarms “Moris”, il cru di riferimento di Terenzi “Madrechiesa”, quella Celestina Fè, e il celebre Tenuta Belguardo dei Marchesi Mazzei. Per ultimi due nomi nuovi e meno conosciuti come Tenuta il Quinto e Val di Toro, che con il suo Reviresco mostra un vino deciso e intenso. Vini con un futuro sempre più definito nel panorama enologico italiano e toscano e con, ancora, prezzi decisamente interessanti che invitano a farne scorta.

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