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Gli eredi di Mozart perdono royalties e Palle

Irriverente, trasgressivo, capace di ammaliare le elite imparruccate della corte di Vienna come il popolino. Wolfgang Amadues Mozart, in quanto “rockstar” del ‘700, ha lasciato in eredità ai posteri non solo le sue arie briose, ma anche un’immagine facilmente sfruttabile. Nell’utilizzo della quale, però, non si sono cimentati i suoi discendenti – che non possono nemmeno accampare diritti sui proventi derivati dalla vendita di cd e di biglietti per i concerti – bensì i mastri cioccolatai austriaci. Fu Paul Fürst, pasticciere di Salisburgo, a ideare nel 1890 una pralina di forma sferica, con ripieno di marzapane di pistacchio circondato da uno strato di mandorlato e copertura di cioccolato fondente, il Mozartbonbon, chiamato poi Mozartkugel, “Palla di Mozart”. La fama internazionale e le prime imitazioni, arrivarono nel 1905, quando Fürst lo presentò a una fiera parigina, dove si conquistò una medaglia d’oro per il metodo artigianale con cui era realizzato. Lo stesso metodo adottato dai suoi discendenti. «Noi non esportiamo, né produciamo d’estate, quando il caldo impedisce la lavorazione artigianale del cioccolato», dice con orgoglio Norbert Fürst, pronipote di Paul. «Ogni anno vendiamo due milioni di pezzi, solo dai banchi della pasticceria». Il radicalismo dei Fürst li ha aiutati negli scontri giudiziari per l’attribuzione del nome originale. Solo le palle dei Fürst sono le “Original Salzburg Mozartkugel”. Quelle della Mirabell di Grödig (Kraft) sono le “Real Salzburg Mozartkugel”, mentre quelle della bavarese Reber sono le “Real Reber Mozartkugel”. Le Nestlé invece si chiamano “Original Austria Mozartkugel”. Ma le Palle più famose e più vendute non sono le Fürst, bensì le Mirabell: nel 1991 il primo astronauta austriaco, Franz Viehböck, salendo a bordo della stazione spaziale Mir, portò in dono ai colleghi russi dei Mozartkugel prodotti a Grödig, da dove, fino a oggi, la Mirabell ha esportato 1,5 miliardi di pezzi in tutto il mondo.

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